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Il mare a Milano: una blue economy da 1650 milioni di euro

Milano in alta classifica per valore aggiunto della Blue Economy
Milano in alta classifica per valore aggiunto della Blue Economy

I milanesi che sentono crescere il desiderio di mare con il caldo estivo, possono consolarsi, perché anche a Milano ce n’è un po’. Anzi ben di più visto che la blue economy meneghina ha un valore aggiunto di oltre 1.650 milioni di euro, occupa oltre 16mila persone e comprende una vasta gamma di attività imprenditoriali  riconducibili agli otto settori indicati nel Rapporto Unioncamere 2014 sull’Economia del mare:

1. la filiera ittica con tutte le imprese connesse alla pesca in senso stretto e al commercio; 2. l’industria delle estrazioni marine; 3. la filiera della cantieristica; 4.  la movimentazione di merci e passeggeri che include anche le attività di assicurazione e intermediazione dei trasporti; 5. le attività di ricerca,  regolamentazione e tutela ambientale, dagli studi di scienze naturali legati al mare a quelli sulla regolamentazione normativa del trasporto via acqua; 7. i servizi  di alloggio e ristorazione, ad esempio gli alberghi in riva ai laghi e – 8 –  le attività sportive e ricreative tra cui i tour operator o gli stabilimenti balneari.

Così se avete o pensate di aprire una pescheria o siete un tour operator che vende biglietteria marittima, sappiate che fate parte a tutti gli effetti della “blu economy” di  Milano e della Lombardia, regione di spicco nel settore della cantieristica con il 53,3% dell’import sul totale italiano e il 5,3% dell’export e numeri di riguardo anche  nella filiera ittica (21,6% import e 22,6% export).

Un’elaborazione di Camera di Commercio di Milano su dati Istat offre informazioni aggiornate al primo trimestre 2015 sulle imprese milanesi attive in alcuni settori della blue economy: 22 imprese di pesca e acquacoltura, 8 di lavorazione e conservazione di pesce, 99 nella cantieristica, 157 di commercio all’ingrosso e al dettaglio di pescato.

C’è quindi un mercato piuttosto dinamico per chi volesse “tuffarsi” – è il caso di dirlo – nella  “blu economy” che ha un ruolo fondamentale su scala globale sia per l’alimentazione del pianeta sia per la filiera collegata al trasporto marittimo, considerato che  l’80% dei beni in volume e il 70% dei beni in valore al mondo viaggiano via mare, come ha ben evidenziato il recente convegno “Feeding the planet: the maritime economy contribution” promosso in Camera di Commercio di Milano dalla Federazione del Mare.

Il Mediterraneo e, in particolare il Nord Africa è un’area chiave della blue economy milanese

E lo “strano” rapporto tra Milano e il mare passa dalle sponde del Mediterraneo: Milano e la Lombardia sono partner commerciali strategici per i paesi del Mediterraneo tanto che proprio nel capoluogo meneghino ha sede da 2 anni il Centro Euro-Mediterraneo per lo Sviluppo delle Micro Piccole e Medie Imprese , un network transnazionale che offre servizi a supporto della crescita e dell’internazionalizzazione delle MPMI nei diversi paesi dell’area.

Particolare attenzione è rivolta ai paesi del Nord Africa, già al centro di un vasto programma di iniziative di Promos, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l’internazionalizzazione che vanta una storica presenza a Casablanca (Marocco) con un proprio ufficio , numerose missioni commerciali in quest’area e concrete iniziative per facilitare l’approccio delle imprese italiane a questi mercati. Una su tutte, la collaborazione nella stesura del Disciplinare per la certificazione halal , punto di riferimento nel commercio di una serie di prodotti che vanno dalla carne ai cosmetici.

I riferimenti utili per chi vuole “tuffarsi” in un’impresa blue

Per chi volesse fare impresa nella blue economy, Camera di Commercio di Milano offre già on line numerose informazioni su attività “blu” come l’imprenditore ittico , il noleggiatore di imbarcazioni o l’apertura di una pescheria. E’ possibile anche un confronto di gruppo gratuito con gli esperti di Punto Nuova Impresa di Formaper per orientarsi sullo start up d’impresa, il business plan, le procedure da seguire.

Accedere ai fondi europei: identikit delle imprese che ci sono riuscite

Struttura solida e buona conoscenza del mercato tra i punti forti delle PMI che sono riuscite ad accedere ai fondi europei tramite SME Instrument

Quali sono le caratteristiche delle imprese che sono riuscite ad accedere ai fondi europei dello SME Instrument? Ecco alcuni tratti comuni delle imprese vincitrici:

1-  esiste un prototipo del prodotto/idea, pronto per essere sottoposto ai primi test oppure pronto per essere ulteriormente sviluppato

2-  il 70% delle aziende vincitrici sono state create da almeno 4 anni

3- il 60% ha uno staff di almeno 6 persone

4- conoscono bene il mercato di riferimento e i propri concorrenti. Per questo sono anche preparati ad affrontarli

5-  sanno come trasformare il proprio prodotto/idea in opportunità commerciali

6 –  Il mercato di riferimento è l’Europa e, in alcuni casi, anche il mondo

Da Innovhub un servizio gratuito di orientamento e prescreening

Per avere maggiori informazioni su Horizon 2020 e SME Instrument,  reperire il materiale e le informazioni utili per presentare una proposta che consenta di accedere ai fondi europei, è possibile rivolgersi a Innovhub SSI – azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l’innovazione e la ricerca che è Sportello APRE (Associazione per la Promozione della Ricerca Europea) per la Lombardia, con il compito di fornire alle imprese, università e a tutti i soggetti interessati informazioni e supporto sui temi di Horizon 2020. In particolare, le imprese interessate possono ottenere un prescreening gratuito per accedere alla fase 1 e  ricevere una consulenza su come migliorarla.

Scrivi a innovazione@mi.camcom.it per avere maggiori informazioni

 

5 domande per accedere ai fondi europei

Quali imprese possono accedere ai fondi europei?
Quali imprese possono accedere ai fondi europei?

 Avere un progetto non basta:  per accedere ai fondi europei di Horizon 2020 le imprese devono saper innovare e commercializzare la propria idea  

Come abbiamo già scritto nel precedente post, Horizon 2020 è il nuovo programma dell’Unione Europea per valorizzare il potenziale innovativo delle PMI europee e    sostenerle sin dal momento di sviluppare un’idea progettuale fino a farla diventare un prodotto pronto per arrivare al mercato.

Vediamo adesso quali domande preliminari dovrà porsi il team dell’impresa per capire se esistono effettive probabilità di accedere ai fondi europei di Horizon  2020 tramite lo SME Instrument, strumento messo a punto appositamente per le piccole e medie imprese e articolato in 3 fasi.

  1. Sono una piccola o media impresa?

Lo SME Instrument è riservato esclusivamente a loro, a tutte le piccole e medie imprese europee, orientate all’internazionalizzazione e in grado di sviluppare nuovi  progetti.

2. Ho una idea innovativa?

Lo SME Instrument finanzia esclusivamente progetti di eccellenza nel campo dell’innovazione, di dimensione europea e ad elevato impatto economico. Per accedere ai fondi europei, bisogna      quindi assicurarsi che le nuove idee/prodotti/processi siano una novità sul mercato di riferimento e/o che riescano a creare un mercato nuovo

3. Il progetto che ho in mente è ad un livello di prototipo?

Vengono finanziati progetti che, sebbene abbiano ancora bisogno di essere sviluppati, siano già validati da un punto di vista scientifico e tecnologico

4. Ho la capacità di sviluppare con successo la mia idea?

L’azienda o il consorzio che partecipano devono essere capaci di sviluppare il progetto e portarlo a compimento

5. Posso portare la mia idea in tutta Europa?

Avere un nuovo prodotto eccellente e tenerlo in un cassetto non serve a niente: la Commissione vuole essere sicura della capacità dell’azienda o del consorzio di commercializzare il risultato dello SME Instrument in tutta Europa

Infine bisogna tenere in considerazione che il progetto deve rientrare in uno dei topic (possiamo definirlo come un tema, un argomento all’interno del quale deve rientrare la mia idea progettuale) di riferimento dello strumento. Come sapere quali sono? Si può consultare il documento dedicato oppure chiedere informazioni allo Sportello APRE Lombardia (innovazione@mi.camcom.it), pronto a chiarire tutti i tuoi dubbi sullo SME Instrument.

 

Horizon 2020 SME’s Instrument: I’ABC per accedere ai fondi europei  – 1

I 3 step per accedere ai fondi europei dello SME Instrument
I 3 step per accedere ai fondi europei dello SME Instrument

 Fondi europei per le PMI innovative: cosa sono e i “must have” per accedere 

1.Identikit da PMI;  2. Idea innovativa 3. Un serio progetto di commercializzazione – sono i 3 “Must have” per accedere ai fondi europei e, in particolare allo SME’s Instrument, uno degli strumenti di Horizon 2020 che sta ottenendo una grande attenzione perché è designato esclusivamente per le Piccole e Medie Imprese.

Facciamo un passo indietro: che cos’è Horizon 2020? E’ il programma dell’Unione Europea che si occupa di finanziare, con 80 miliardi di euro, la ricerca e l’innovazione in Europa per il periodo 2014-2020, supportare la creazione di nuovi posti di lavoro e  una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva. Rispetto ai precedenti programmi di finanziamento, Horizon 2020  pone un forte accento sulla ricerca  industriale finalizzata alla commercializzazione di prodotti innovativi con l’obiettivo di ridurre il gap tra ricerca e mercato

Le tre fasi per accedere ai fondi europei dello SME Instrument

Lo SME Instrument (SME – Micro Small Medium Sized enterprises) permette alle PMI di accedere ai fondi europei in maniera più semplice e diretta accompagnandole nel processo di innovazione attraverso tre fasi separate a cui si accede rispondendo a una “call”: nella prima si conduce uno studio di fattibilità per valutare il potenziale commerciale del progetto beneficiando di una somma fino a 50.000 €; nella seconda fase si compiono le attività di prototipazione, sviluppo e testing con un budget che va da 500.000 € a 2.5 milioni di € ; nella terza si ricevono servizi per facilitare l’accesso al finanziamento privato e ulteriori opportunità che permettono di immettere l’innovazione sul mercato e garantire il supporto al progetto anche nel lungo periodo.

Attualmente il tasso di successo delle proposte progettuali presentate per lo SME Instrument è compreso fra il 6 e il 12%. Perché?

Non basta avere in mente un progetto per accedere ai fondi europei di Horizon 2020: solo le imprese con le idee più innovative e con una forte capacità di vendita e presenza sul mercato in Europa possono accedere a questo tipo di finanziamento.

In un’intervista rilasciata a Science Business, Bernd Reichert (capo unità dell’EASME, l’agenzia interna della Commissione Europea che gestisce lo SME Instrument) commenta la qualità delle proposte progettuali che vengono valutate. Solo il 12% di queste supera la soglia di valutazione e vengono quindi messe in lista per la ricezione del finanziamento europeo. Il 60% dei progetti in lista vengono quindi finanziati.

Ma qual è la differenza principale fra chi è sopra o sotto soglia? Bernd Reichert ci spiega che le proposte sotto soglia non hanno analizzato abbastanza il mercato, la concorrenza e i clienti di riferimento. Le idee sono valide e innovative, ciò che manca è lo studio sulla loro commercializzazione.

Il panel di reviewer delle proposte progettuali comprende esperti di investimenti e venture capital, così che la decisione di finanziamento di uno SME’s Instrument ricalca molto quella che potrebbe essere una decisione di un investitore privato. Infatti la Commissione Europea intende avere un ritorno in termini indiretti da questo tipo di progetti, cioè attraverso la crescita di posti di lavoro e tasse.

La comprensione di questo meccanismo di valutazione che richiede progetti più vicini al mercato è utile che venga assimilata non solo per lo SME Instrument, ma anche per tutte le altre call di Horizon 2020. Rispetto al vecchio VII Programma Quadro, il nuovo programma 2014/2020 pone un forte accento sulla commercializzazione delle proposte progettuali che portano così ad un forte impatto in termini di benefici per l’economia e la crescita europea.

Da Innovhub un servizio gratuito di orientamento e prescreening

Ma come fare per avere maggiori informazioni su Horizon 2020 e SME Instrument? Come reperire il materiale e le informazioni utili per presentare una proposta che consenta di accedere ai fondi europei? Innovhub SSI – azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l’innovazione e la ricerca – è Sportello APRE (Associazione per la Promozione della Ricerca Europea) per la Lombardia, con il compito di fornire alle imprese, università e a tutti i soggetti interessati informazioni e supporto sui temi di Horizon 2020. In particolare, le imprese interessate possono ottenere un prescreening gratuito per accedere alla fase 1 e  ricevere una consulenza su come migliorarla.

Scrivi a innovazione@mi.camcom.it per avere maggiori informazioni.

Nel prossimo post: quali sono le caratteristiche delle imprese che hanno ottenuto i fondi dello SME Instrument?

 

Contest MangiaMI: il risotto alla milanese è social

Vincitore un risotto alla milanese rivisitato
Vincitore un risotto alla milanese rivisitato

Iniziativa della Camera di Commercio per valorizzare la tradizione gastronomica milanese durante Expo 

La Camera di Commercio di Milano, in occasione di Expo 2015, ha dedicato un’iniziativa speciale alla tradizione gastronomica milanese, coniugando la valorizzazione delle tipicità del territorio con l’impegno a dialogare con nuovi target, grazie anche alle risorse del digitale.

E’nata così la prima edizione del contest MangiaMi, che ha messo in competizione giovani studenti degli istituti professionali milanesi per i servizi alberghieri e della ristorazione a colpi di padelle e di “Mi piace”. I concorrenti infatti, per aggiudicarsi due biglietti di Expo, dovevano rivisitare un piatto della tradizione tipica milanese dandogli un nome che richiamasse un monumento della città, fotografare la preparazione e il piatto finito e farlo votare su Facebook.  D’altronde, la condivisione sui social network è una delle tendenze nell’approccio al cibo e alla cucina in casa evidenziate dalla recente ricerca Ipsos  realizzata per Tuttofood.

Il piatto più social? Il Risotto di Porta Cicca, ideato e realizzato da un giovane allievo dell’Istituto Carlo Porta , che ha ottenuto oltre 700 “Mi piace” ed ha vinto la sfida con gli altri 8 concorrenti, quasi  tutti  in gara con una rivisitazione del classico risotto alla milanese.

La ricetta vincitrice richiama il nome amichevole con cui i milanesi chiamano Porta Ticinese e arricchisce con prosciutto crudo e lattuga la ricetta tradizionale del risotto alla milanese, impreziosendola con una decorazione di foglie di spinaci e gocce di aceto balsamico. Buona e bella, insomma, secondo la migliore tradizione del made in Italy ribadita alla recente inaugurazione della videoinstallazione Panorama.

Per chi avesse voglia di provarle, on line ci sono anche tutte le ricette partecipanti in che offrono preparazioni originali con l’uso della zucchina nel risotto Arena di Milano, della crema di philadelfia nella versione Expo Gate, dell’erba cipollina utilizzata nel risotto alla Diaz e nel Mille Guglie, delle verdure nel risotto alla Madonnina sino alle varianti con curry e curcuma nel risotto Le tre Torri o con liquerizia nel risotto alla Darsena.

Di scena quindi la fantasia per dare nuovo appeal al grande classico del risotto alla milanese, su cui di recente anche vere e proprie star dei fornelli  si sono messe all’opera per rinnovarne la formula.

E per chi privilegiasse il dolce al salato, in concorso c’era anche la panettoteca di Brera, ricetta con mascarpone, gelato allo zabaione e prosecco e, soprattutto a base di panettone, il re della tavola natalizia nonché grande specialità meneghina da tutelare al pari del risotto alla milanese.

L’ingrediente centrale del risotto alla milanese è un alimento base per quasi tre miliardi di persone, circa la metà della popolazione mondiale. Ad Expo si può scoprire di più.  

Tra un risotto e l’altro, non può mancare un cenno alla filiera del riso a livello locale e globale.

L’Italia è il maggior produttore europeo di riso con circa 200mila ettari di risaie (fonte: Ente Nazionale Risi) distribuiti prevalentemente in 9 province tra Lombardia, Piemonte e Veneto. Nel territorio di Milano, 4° per ordine di grandezza,  sono oltre 12.100 gli ettari investiti in riso con una crescita tra il 2013 e il 2014 superiore al 5% e un totale di 245 produttori.

A livello mondiale, il riso è l’alimento base per quasi tre miliardi di persone, circa la metà della popolazione mondiale. Per saperne di più è sicuramente interessante una visita al Cluster del riso ad Expo 2015 dove si parla di riso attraverso l’esposizione di attrezzi per la coltura, delle innumerevoli varietà esistenti e i percorsi tematici tra i paesi produttori.