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Giocattoli, il business va oltre i regali di Natale

Giocattoli principali regali di Natale ma anche prodotti per tutte le occasioni
Giocattoli principali regali di Natale ma anche prodotti per tutte le occasioni

Le feste si avvicinano ed inizia il conto alla rovescia per l’acquisto dei giocattoli da mettere sotto l’albero. E proprio i giocattoli, secondo un’indagine 2013 di Camera di Commercio di Milano, rappresentano la voce di spesa più importante tra i regali di Natale per 1 milanese su 9, alimentando un giro d’affari di circa 30 milioni di euro.

Ma come si presenta il settore a Milano? E cosa serve per affrontare in modo vincente un business legato ai giocattoli?

 Vendita giocattoli e produzione a Milano

A Milano produzione e vendita di giocattoli resistono alla crisi: in tre anni gli esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di giochi e giocattoli sono aumentati del 4,7% e oggi sono 200. A questi si affiancano circa 100 imprese di fabbricazione con un export che lo scorso anno ha sfiorato i 12 milioni di euro, all’interno di un interscambio dove l’import è comunque la voce più cospicua con un valore di oltre 84 milioni di euro.

I giocattoli rappresentano quindi un settore dinamico e non solo sotto le feste, ma in tutte le stagioni, grazie anche al cambiamento nel modo di “giocare” che oggi è un’esperienza trasversale a persone di diversa età e dai confini sempre più allargati, con il crescente successo di videogames e giochi elettronici. Le aziende produttrici sono sempre più impegnate nella proposta di giochi “virtuali” non solo divertenti, ma anche educativi e il grande sforzo di innovazione nel settore videoludico ha attirato persino l’interesse di Camera di Commercio, promotrice nel 2013 del primo bando Videogame Milano.

Giocattolaio, una professione che si rinnova

Se negli ultimi anni il modo di giocare è cambiato, si è evoluto anche l’identikit di chi i giocattoli li fa e li vende: progettare un gioco è diventato un lavoro multidisciplinare che unisce competenze tecniche, capacità di ascolto, conoscenze nel campo della psicologia, tanto che alla formazione di questo nuovo professionista del giocattolo è dedicato persino un corso di perfezionamento annuale del Politecnico di Milano.

Ricerca di design applicata a giochi tradizionali , attività di ascolto on line per progettare giochi “su misura”, nel mercato del giocattolo è dunque benvenuto  chi ha idee innovative, a patto di saperle coniugare con un solido progetto di business e, naturalmente, con l’attenzione per la qualità e la sicurezza.

E la vendita di giocattoli sicuri resta un punto di forza anche per chi decide di intrraprendere il mestiere di giocattolaio aprendo un negozio di commercio al dettaglio. L’iter per l’apertura non è troppo faticoso e si può arricchire l’ offerta con la vendita di giochi e articoli per le feste, un business che tra Carnevale, Halloween, compleanni ed eventi, offre durante l’anno molte opportunità di accrescere il fatturato.

Chi ha una buona idea e vuole passare dalla progettazione alla realizzazione o chi intende avviare un’attività di vendita di giocattoli, può rivolgersi al Punto Nuova Impresa di Formaper : riceverà un primo orientamento sugli strumenti giusti per mettersi in gioco in questo business.

Compostabili e riutilizzabili: ecco i sacchetti a norma

I nuovi shopper amici dell'ambiente
I nuovi shopper amici dell’ambiente

Messi da tempo in soffitta i vecchi sacchetti della spesa, le borse riutilizzabili e gli shopper compostabili stanno ormai entrando nella quotidianità. Attenzione, però, perché non tutti gli shopper di nuova generazione sono conformi alla legge e sono previste sanzioni molto severe per chi vende o dà in omaggio sacchi privi delle caratteristiche di compostabilità o composizione richieste.

Per aiutare le imprese a orientarsi meglio, Camera di Commercio di Milano insieme a Confcommercio e Assobioplastiche hanno appena lanciato una campagna informativa che raggiungerà 31mila negozi e ambulanti di Milano e provincia e spiegherà con una brochure e un videotutorial quali sono e come riconoscere i sacchetti in regola.

Perché, come ha giustamente detto Marco Versari di Assobioplastiche, non basta che sul sacchetto ci sia la scritta “ecologico” o amico dell’ambiente.

Sono solo due i tipi di shopper che si possono commercializzare:

Sacchi compostabili conformi allo standard internazionale UNI EN 13432

Come riconoscerli? Basta verificare che sullo shopper ci sia il logo di almeno uno di questi tre enti:

CIC – Consorzio italiano Compostatori, l’ente di certificazione belga VINCOTTE o l’ente tedesco DIN CERTCO

Sacchi riutilizzabili

Quelli conformi contengono un quantitativo di plastica riciclata e hanno uno spessore delle maniglie predeterminato in base all’uso per cui sono destinate.

Tanto per fare un esempio, negli shopper per uso alimentare con maniglia esterna lo spessore deve essere di 200 micron, di 100 in quelli con maniglia interna e, in entrambe i casi, il quantitativo di plastica riciclata contenuto deve essere almeno del 30%.

Rispettare la normativa conviene: non solo aiuta l’ambiente, ma permette di evitare sanzioni che vanno da 2.500 euro fino a 25mila euro e possono arrivare fino a 100mila.

Meglio non rischiare e, in caso di dubbi, contattare il servizio Ambiente della Camera di Commercio di Milano.

Keiichi Matsuda: come la realtà aumentata cambia relazioni e città

intervista a Matsua

Guru della realtà aumentata,  esploratore della percezione umana,  Keiichi Matsuda  protagonista della cultura digitale  è stato invitao a Milano per Meet the media Guru. Prima dell’evento gli abbiamo posto delle domande su realtà aumentata città e relazioni umane e Expo

Che cosa succede ora e in questa piazza in una realtà parallela, non solo fisica?

Tutt’intorno a noi avvengono delle cose che non possiamo vedere, ad esempio una telefonata, all’interno di un edificio, pagare con la carta di credito, usare una chiavetta USB. Ci sono poi degli edifici realizzati con mattoni, calcestruzzo, vetro e accanto a quello che vediamo possiamo interagire con dei network, attraverso dei macchinari. Tutto questo già esiste intorno a noi e permette alle persone di comunicare. C’è una città virtuale, interessante da scoprire.

Si può immaginare una città interamente pedonale?

Negli Stati Uniti c’è una grande attenzione sulla cultura dell’automobile, con le sue possibile evoluzioni, ad esempio con pilota automatico. Qui in Europa ci sono infrastrutture più antiche anche per quanto riguarda gli spostamenti in città. In questo senso c’è una idea dagli anni ’60 nella fiction legata alla scienza. Si può viaggiare grazie a dei tapis roulant, come quelli degli aeroporti. Ci si può spostare sul percorso di fianco, leggermente più veloce. Possono arrivare fino a 100 km all’ora. Certo richiederebbe un investimento ingente. Magari potrebbero diventare una realtà.

Proseguendo con l‘intervista Keichii Matsuda gli abbiamo chiesto: In futuro prevarranno relazioni virtuali o dirette tra le persone?

” Intanto c’è una questione di termini, se pensiamo al mondo virtuale ci viene in mente quello sviluppato negli anni ’90, indossando degli occhiali posso diventare qualcun altro, fuggire dalla realtà. Ora non è questa la direzione, non attraverso la fuga, ma possiamo aggiungere, aumentare la nostra realtà. Possiamo sapere più cose sugli altri, interagire in modi diversi. Le persone per strada non sarebbero più anonime. Posso sapere se ho qualcosa in comune con chi incontro, se ci piace lo stesso gruppo musicale, se andavamo alla stessa scuola. Con la realtà aumentata occorre uno smartphone, occhiali o lenti a contatto e avere informazioni “social” nello spazio. Cambia il modo in cui abbiamo a che fare con gli altri. Se voglio parlare del tempo, il colore preferito… così lo so già. Non ci sono più facce anonime in giro. Posso così essere in relazione con ogni persona che incontro.”realtà aumentata

Secondo Keiichi Matsuda   ognuno può essere un designer del suo spazio e sperimentare una città diversa?

 “La realtà aumentata aggiunge elementi virtuali nello spazio fisico, non solo apps, ma aumentando l’architettura, costruendo virtualmente su quello che ci sta intorno. Lo spazio diventa forma mediatica. Una nuova forma di espressione per città, imprese, individui. Si può scegliere che tipo di città voglio vedere, una nuova forma di arte e comunicazione mediatica.”

 Tutto può essere possibile in una realtà mediatica, se lo voglio?

“Si tratta di una forma veramente ampia e applicabile in vari settori e industrie. Ci sono però due ostacoli che lo impediscono. Il primo la capacità tecnica. Ad esempio le persone non sono abituate all’utilizzo. C’è poi l’ostacolo culturale. Io posso essere parte di questo ostacolo. Il mio lavoro è connesso alle scelte delle persone, in modo che possano avere il futuro che desiderano, quello in cui vogliamo che possano crescere i nostri bambini. Un futuro sul quale abbiamo riflettuto, abbiamo discusso, abbiamo fatto delle scelte.”

 Ha partecipato all’Expo di Shangai. Qual è la sua idea dell’Expo di Milano?

“Il concetto di Expo è interessante, è qualcosa che arriva dal passato, per sbirciare nel futuro. Ma ora abbiamo informazione dove vogliamo. Non abbiamo bisogno di lasciare le nostre case. La vera importanza di Expo è di dare un posto per far avvenire questo tipo di conversazioni. Non si parla più dell’esposizione, ma delle persone che ci sono in essa”.

Insomma per Keiichi Matsuda la tecnologia “aumenta”  non solo la realtà e  anche la possibilità dei contatti e l’importanza  scociale e comunicativa di luoghi fisci  in cui incontrarsi e raccontarsi.

Come diventare autoriparatore?

autoriparatoreCome fare l’autoriparatore?  Quali i passi?   quanti sono  e come sta andando il settore?

In Italia Sono quasi 82mila gli autoriparatori il settore è in lieve flessione, -0,8% rispetto all’ultimo anno, questo non toglie che nei primi 6 mesi del 2014 si siano iscritti oltre 1.200 imprese (un media di 6 al giorno). Milano, Torino, Pavia, Ravenna le province dove il comparto cresce di più in termini assoluti, mentre Roma si conferma capitale degli autoriparatori con oltre 5mila imprese.

Per fare l’autoriparatore non ci si può improvvisare, la norma richiede particolari requisiti professionali. Come per gli idraulici, tutti possono fare l’autoriparatore a patto che si abbia il giusto mix di titolo di studio ed  esperienza negli opportuni ruoli aziendali.

Nel caso degli autoriparatori abbiamo però diverse categorie, carrozzieri, gommisti e meccattronici, quest’ultima categoria è nuova e riassume in sé le precedenti categorie di meccanico e elettrauto

Ogni categoria ha i suoi titoli di studio abilitanti, anche se alcuni possono essere utili a più specializzazioni. ( come ad esempio la laurea in Fisica o ingegneria meccanica)

Per le lauree vedi a pagina 40 del seguente documento

La laurea o diploma universitario in materie tecniche abilita direttamente all’attività così come il diploma di istruzione secondaria di secondo grado in materia tecnica inerente all’attività, ad esempio

Nel caso invece si avesse fatto un corso regionale teorico pratico di qualificazione attinente l’attività è necessario avere fatto almeno un anno di esercizio dell’attivitàdi autoriparazione presso imprese operanti nel settore nell’arco degli ultimi cinque anni. Lo stesso vale in caso di possesso dell’attestato di promozione al quarto anno dell’istituto tecnico industriale con indirizzo inerente all’attività scelta.

car-tyres-63928_640[2]Per dimostrare l’esperienza lavorativa in aggiunta al titolo di studio richiesto è necessario aver prestato la propria attività in qualità di :

  • titolare, amministratore, socio, tutti lavoranti iscritti all’Inail per attività tecnico manuale;
  • collaboratore familiare, lavorante iscritto all’Inail per attività tecnico manuale;
  • dipendente operaio qualificato (la tabella dei livelli di specializzazione)
  • associato in partecipazione, lavorante iscritto all’Inail per attività tecnico manuale;

in vece nel caso di : prestatore di lavoro somministrato (già interinale),prestatore di lavoro intermittente  prestatore di lavoro ripartito, l ‘abilitazione non è automatica ma va valutato il percorso lavorativo svolto

 L’attività deve essere stata effettuata, nel settore per cui si chiede l’abilitazione, all’interno di imprese del comparto o in officine tecniche di imprese o enti non del settore al cui interno si svolgano mansioni legate all’autoriparazione.

Per verificare il livello di specializzazione dei più diffusi contratti collettivi  consulta  questo documento

se non si possedesse una formazione teorica che rientra nei casi precedenti? Allora l’aspirante imprenditore deve poter dimostrare che negli ultimi cinque anni ha maturato tre anni di esperienza sul campo ( e non uno come nel caso precedente ).  l’esperienza lavorativa deve essere svolta come operaio qualificato, per le tipologie contrattuali controllare pag. 41 della guida 

Nel caso della Meccatronica i requisiti devono essere sia per vecchio settore elettrauto, che per motorista, quindi sia per i titoli di studio che per l’esperienza bisogna comprovare la formazione e /o l’attività lavorativa per entrambi i settori.

L’attività è tipicamente artigiana e una volta maturati i requisiti con una unica pratica telematica ( la comunicazione unica) allo sportello unica per le attività produttive del comune di riferiemento, ci si iscrive al registro imprese nella sezione artigiani, all’inps, all’Inail, e si apre la partita iva. tool-13661_640 

Importante:  verificare  di aver inserito nella pratica  il  Modello REQUISITI/122L, segnalazione certificata di inizio di attività di autoriparazione e dichiarazione del possesso dei requisiti,  la sua assenza rende irricevibile la pratica per il Registro Imprese.

Per verificare il proprio percorso professionale, i titoli di studio, discutere il proprio progetto di impresa,  è utile passare al Punto Nuova Imprese, un servizio gratuito di Formaper,  Azienda speciale della camera di commercio di Milano, basta prenotarsi telefonicamente per avere un buon pitstop per diventare autoriparatore

Prezzi degli immobili a Milano nel 2014

I prezzi degli immobili a Milano nel 2014 continuano a rallentare. Tendenza registrata “forte e chiara” negli ultimi semestri, anche se intervallata da piccoli cenni di ottimismocase milano

i dati che emergono dalla 45° “Rilevazione dei prezzi degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia” sul primo semestre 2014, realizzata da TeMA, Territori, Mercati e Ambiente S.c.p.a. (società partecipata dalla Camera di commercio di Milano) , in collaborazione con gli agenti rilevatori FIMAA Milano Monza & Brianza, confermano una situazione ancora non facile per il mercato della casa, ma esistono elementi che possono dare uno slancio positivo, seppur timido, per il futuro del settore immobiliare.

  •  i prezzi delle case a Milano  nel 2014 è vero calano, ma in misura più contenuta rispetto agli scorsi semestri
  • il numero di compravendite di abitazioni cresce, anche se in maniera lieve, sia a Milano (+ 3.4% su base annua) che in Provincia (+5.1% su base annua)
  •  l’ABI ha recentemente reso noto come a livello nazionale, nei primi sette mesi dell’anno, le erogazioni di mutui diretti all’acquisto di abitazioni siano cresciute

Tutti segnali di stabilizzazione del Mercato

Diamo i Numeri

I prezzi delle case a nMilano nel 2014, un media nei primi sei mesi: A Milano il prezzo medio degli Appartamenti nuovi/classe energetica A-B è di 4.941 €/mq, valore in calo del 2,0% su base annua, quello degli Appartamenti recenti (entro 30 anni), ristrutturati d’epoca e di pregio si attesta sui 4.042 €/mq (-2,6% in un anno) mentre quello degli Appartamenti vecchi (impianti obsoleti) o da ristrutturare è 3.033 €/mq (-1,8% in un anno).

Affitto meno caro. I canoni degli affitti in città sono in calo: -1,3% in sei mesi, -4,2% in un anno, -19,5% rispetto a cinque anni fa. Aumenta invece il numero dei contratti di locazione.

Chi cresce in sei mesi: Repubblica-Porta Nuova (+2,9%) nei Bastioni,Libia-Cirene e Piceno-Indipendenza (+1,7%) in Circonvallazione e Martini-Cuoco (+4,9%) nel Decentramento.

Chi decresce in sei mesi: In calo in centro, soprattutto, Nirone-S.Ambrogio (-3,4%) e Vittorio Emanuele-S.Babila (-2%), nei Bastioni Venezia-Monforte (-1,1%), in Circonvallazione Bligny-Toscana (-2,3%) e nel Decentramento Ronchetto (-3,6%).

In provincia : In sei mesi, flessioni più significative nelle zone centrali dei comuni in zona Magentino (-2,8%), e Sud est Milano (-2,1%). In cinque anni prezzi in calo di oltre il 10% in zona Abbiatense-Binaschino (-17,5%), Sud Milano (-10,1%) e Magentino (-10%).

Insomma i prezzi degli immobili  a Milano  nel 2014 rallentano, ma con “giudizio”