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Tra tendenze, fiere, Expo, il “food” è cibo per l’economia

Saporito e salutare: ecco il cibo nell'anno di Expo 2015
Saporito e salutare: ecco il cibo nell’anno di Expo 2015

Salute e sapore, i due must immancabili nel cibo del 2015

 Salutare, saporito e … salato: è il cibo che fa tendenza come rivela la ricerca realizzata dall’istituto Ipsos per Fiera Milano e presentata alla conferenza stampa di Tuttofood,  la terza fiera agroalimentare in Europa che dal 3 al 6 maggio offre una panoramica a 360 gradi del settore grazie all’offerta merceologica vastissima rappresentata da 2.800 espositori e integrata a un  palinsesto di eventi su tutto ciò che ruota intorno al mondo del food, showcooking, incontri di formazione sino a un contest sulla salumeria di qualità.

L’agroalimentare vanta numeri consistenti anche a Milano. Gli aspiranti imprenditori devono studiare modelli di business attenti ai nuovi stili di consumo del cibo e ai gusti che cambiano anche per l’apertura ad altre culture. 

A pochi giorni dall’inizio del tour nell’universo del cibo con Expo2015, la ricerca propone spunti di riflessione molto utili per chi intende avviare un’attività nell’agroalimentare, settore che è uno dei principali biglietti da visita dell’Italia nel mondo, con la sua grande tradizione enogastronomica (siamo il paese con il maggior numero di prodotti dop e igp in Europa ) e un sistema di 812mila imprese e 24 mld di export nel 2014. E, pur avendo un’economia basata più sui servizi che sull’agricoltura, tutta la provincia di Milano vede 5.156 imprese nell’agroalimentare con 31.473 addetti, un quarto del totale lombardo. Di questi, oltre 22mila lavorano nell’industria della trasformazione, in particolare prodotti da forno e farinacei, zucchero, cacao.

Chi vuole approfondire le caratteristiche del comparto agroalimentare a Milano e in Lombardia può consultare, a giorni, il sesto numero della rivista Impresa&Città di Camera di Commercio di Milano. Intanto con la ricerca Ipsos è possibile farsi un’idea più precisa sui comportamenti e i nuovi stili di consumo del cibo, con particolare riferimento a due categorie molto rappresentative, i baby boomers (50-64 anni) e i millennials (18-29 anni)

In merito, innanzitutto all’approccio del consumatore, ben il 70% degli intervistati è orientato verso la coabitazione virtuosa tra alimentazione sana e gusto, con una serie di implicazioni: un atteggiamento di salutismo definito dalla ricerca “non punitivo”, un’attenzione alle proprietà nutritive dei cibi superiore al 50% in tutte e due le categorie.

Complice anche la crisi, i segni di questa tendenza a Milano si erano già visti negli ultimi anni. L’ultima indagine sui consumi delle famiglie milanesi rilevava infatti l’intensificarsi di comportamenti  improntati alla razionalizzazione delle spese, ad una maggiore attenzione al prezzo ma prestando comunque attenzione alla qualità dei prodotti alimentari messi in tavola, a costo di doverne diminuire la quantità acquistata.

La ricerca Ipsos dice anche che i cibi freschi rappresentano un’aspirazione, mentre quelli confezionati costituiscono una scelta razionale, dettata principalmente da praticità e possibilità di variare. Inoltre, se il 6o% ritiene che il 2015 gastronomico sarà l’anno della riscoperta dei sapori tradizionali, il trend dei prossimi anni è la crescita di fresco, biologico e la ricerca di gusti delicati.

E lungo questo solco, c’è un’iniziativa che ha proprio la Camera di Commercio tra i suoi promotori: è la rivisitazione delle ricette tipiche della tradizione enogastronomica lombarda sulla base dei principi della dieta mediterranea: minestrone alla milanese, tortelli di magro con scarola dei colli di Bergamo e pomodorini, risotto con i fagioli di Pavia  e tante altre delizie da tutta la Regione.

Complessivamente il luogo elettivo per la cucina è la casa, anche perché le mura domestiche non limitano il contatto col mondo di cuochi e commensali: anzi, ai fornelli di casa si sperimenta la propria creatività per poi condividerla sui social network. Mangiar fuori è un’abitudine più diffusa tra i giovani millennials, che guardano all’aspetto della comodità del consumo del pasto fuori casa e strizzano l’occhio a  forme di ristorazione come lo street food, attività in ascesa nel nostro Paese. E, per dare un calcio al cerchio e uno alla botte, c’è chi a Milano si è persino inventato un’attività che concilia intimità domestica e comodità del ristorante.

E se il cibo italiano ha conquistato il mondo, anche il nostro modo di mangiare è sempre più influenzato da altre cucine. Tra i piatti stranieri trionfano kebab, hamburger e il sushi. Non potrebbe essere diversamente se pensiamo, ad esempio, che il 25,2% delle imprese attive nella ristorazione a Milano ha un titolare straniero con una crescita secondo i dati della Camera di Commercio del 7,5%tra il 2013 e il 2014.

Alla fiera Tutto food, ad Expo oppure on line: tanti luoghi fisici e virtuali dove farsi un’idea del business dell’agroalimentare e farsi conoscere 

Expo è il luogo e il momento giusto per una full immersion nel mondo del cibo con eventi che permettono di conoscere da vicino alimenti su cui può esserci uno specifico interesse : pane, latte, olio, caffè, pasta e tanti altri a cui sono dedicate le feste in programma nel calendario della manifestazione.

Per chi opera già nel settore, oltre a una visita a Tuttofood, ci sono numerose occasioni legate a Expo: una di queste è senz’altro la possibilità di accedere gratuitamente agli incontri di business organizzati dall’azienda speciale Innovhub con l’obiettivo di creare opportunità per le imprese che operano con competenze differenti dalla tracciabilità del cibo ai nuovi processi produttivi. Mentre per approcciare i mercati esteri Promos offre diverse possibilità di percorsi per l’internazionalizzazione nel settore eno-agro alimentare

Grazie alla collaborazione di tutte le Camera di commercio italiane c’è inoltre la possibilità di sfruttare gratuitamente la visibilità offerta da Italian Quality Experience, la vetrina italiana dell’agroalimentare targata Unioncamere per tutte le aziende interessate a far conoscere prodotti e territori in cui operano.

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