Ad
Tag

2015

Browsing

Designer o musicista: professione creatività!

Designer, grafico, musicista: professione creativo
Designer, grafico, musicista: professione creativo

In questa primavera milanese fiorisce la creatività: boom di eventi all’insegna di arte e design e numeri significativi che testimoniano l’importanza del settore per il territorio

La creatività è nell’aria in questa primavera milanese: dopo gli artisti di Miart , l’annuale appuntamento con l’arte moderna e contemporanea che ha visto la partecipazione di 156 gallerie d’arte, ora il palcoscenico è tutto per i designer grazie al Salone del Mobile e al FuoriSalone e la città può già offrire un assaggio di Expo2015 grazie all’apertura in Triennale del padiglione tematico “Arts&Foods – Rituali dal 1851 . Dal 20 aprile parte poi il Photofestival  con oltre 150 mostre fotografiche nei due periodi 20 aprile- 20 giugno e 15 settembre -31 ottobre.

Che Milano sia capitale della creatività è cosa nota e lo provano i numeri: secondo i dati forniti dal Servizio Studi di Camera di Commercio, si trova a Milano oltre il 47% delle imprese creative lombarde (sono state considerate varie attività imprenditoriali nella manifattura e nei servizi) e circa il 10% di quelle italiane, per un totale di oltre 30.600 imprese attive nel 2014. In tutta la provincia gli addetti del settore sono 211.660 su 374.534 della Lombardia. Più in dettaglio, ad esempio in un ambito creativo per definizione come la pubblicità, Milano occupa 23.752 addetti su 31.358 dell’intera regione.

Creativi e artigiani, mondi vicini ma non identici. Per diventare professionista della creatività bastano pochi passi, mentre è opportuno investire tempo e risorse per proteggersi da plagio e altri abusi.

Ma cosa vuol dire essere un creativo, un artista e che caratteristiche ha questa professione? L’argomento è molto vasto e riguarda attività a tratti atipiche. Sarà quindi opportuno limitarsi a pochi cenni.

Innanzitutto è utile fare un distinguo tra le figure dell’artista/creativo  e dell’artigiano: l’artigiano infatti è un imprenditore che si caratterizza per la creazione ripetuta nel tempo della sua opera d’ingegno, mentre per il designer o lo scultore questo elemento della ripetitività è assente, sebbene siano comunque attività contraddistinte dal possesso di abilità tecniche tipiche dell’artigiano.

Gli adempimenti per diventare professionista del creativo –  non solo designer o scultore ma anche, ad esempio, graphic designer, pubblicitario, compositore musicale – , sono molto semplici nel caso in cui si lavori in proprio e consistono essenzialmente nell’apertura della partita IVA attraverso la procedura telematica Comunica. Per il resto, come suggerisce il designer Matteo Ragni, testimonial del video di YouImpresa, si può partire con gli strumenti base del mestiere, una matita o una macchina fotografica o un pc, uniti a tanto impegno e studio.

La stessa indicazione è valida per chi svolge l’attività di fotografo senza uno studio di riferimento, anche se di norma questa professione è considerata artigiana e l’apertura di uno studio fotografico è soggetta alla SCIA, la segnalazione certificata di Inizio Attività da inoltrare telematicamente.

In tutti i casi, è opportuno investire tempo e le risorse disponibili sul delicato tema della proprietà intellettuale per individuare i migliori strumenti di difesa delle proprie opere (fotografie, brani musicali, etc…) da plagio, contraffazione  e altri reati: siamo nel campo del diritto d’autore .

Tra le azioni possibili, c’è il deposito presso la Siae o un notaio per individuare una data certa o una paternità dell’opera in modo da opporla efficacemente a terzi. Nel caso del designer, è possibile godere di una doppia tutela, e cioè  quella sul diritto d’autore e quella sul design, ma per attivarla è prima necessario verificare l’esistenza di un carattere individuale molto spiccato del proprio prodotto che aggiunga valore artistico oltre che innovativo, come spiega l’esperto di design e forme tutelabili in uno dei video sul tema della proprietà intellettuale realizzati dalla Camera di Commercio di Milano. In questo stesso video, si spiega che è opportuno individuare l’oggetto di design e rappresentarlo nella sua interezza tramite disegni precisi, quindi scegliere una modalità di registrazione che, se possibile, estenda la protezione dell’opera ai mercati dove questa potrebbe essere copiata.

Il creativo che vuole muovere i primi passi nel campo della proprietà intellettuale può comunque rivolgersi al servizio di primo orientamento della Camera di Commercio di Milano dove è attivo attivo anche lo Sportello Riemergo per segnalare eventuali casi di contraffazione.

Casi particolari e riferimenti utili

Un cenno a parte riguarda dei creativi un po’ atipici tra cui rientrano, ad esempio, coloro che realizzano caricature, ritratti, monili o realizzano prodotti in metallo, legno, pellame. Per poter effettuare il commercio in fiere e mercati, il Comune di Milano prevede l’iscrizione in un apposito registro, denominato “Registro degli operatori del proprio ingegno e dei mestieri storici di strada“.

Per chi, in questi giorni di grande febbre creativa a Milano, volesse capire meglio come attuare il proprio progetto d’impresa, il riferimento è sempre il Punto Nuova Impresa dell’azienda speciale Formaper dove sarà possibile confrontarsi con un esperto su business plan, procedure ed eventuali finanziamenti allo start up.

Aprire un agriturismo: alloggio, prodotti tipici e….

Aprire un agriturismo: una scommessa per l'imprenditore agricolo
Aprire un agriturismo: una scommessa per l’imprenditore agricolo

L’agriturismo è un classico e in Italia è cresciuto del 60% in 10 anni. 

Per i milanesi sono mete ambite le città d’arte e le località marittime, ma Milano resta un’ottima base di partenza per una “gita fuori porta”. Le possibilità di divertimento all’aria aperta a pochi km dalla città sono infatti numerose: si può scegliere, ad esempio, di percorrere uno dei  25 sentieri verdi del parco lombardo  o sperimentare il soft rafting nel parco del Ticino sperimentando l’autentica Ticino Experience , o fare una passeggiata tra le cascine del Parco Agricolo Sud oppure pianificare la visita in uno dei quasi 600 agriturismi della Lombardia alla scoperta di tradizioni e prodotti tipici .

Sì, perché l’agriturismo non è solo un ristorante o un “alloggio” in campagna, bensì un’impresa che può ospitare differenti attività, tutte necessariamente basate sull’agricoltura.  Infatti si definiscono attività agrituristiche“le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’art.2135 del codice civile attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali”. In Italia gli agriturismi vivono una crescente popolarità,  tanto che l’Istat ne conta ben 20.897 a fine 2013, con un aumento del 60% in 10 anni. E’ comunque un’attività in cui non ci si improvvisa, ma dove si arriva partendo da una precedente iniziativa imprenditoriale. 

Per aprire un agriturismo si parte da un’impresa agricola e si segue un percorso di formazione e certificazione 

Infatti, per avviare un agriturismo bisogna avere un’impresa agricola, realtà in cui, come conferma chi già lo fa, oggi conta sempre di più la costante ricerca di qualità, l’attenzione all’innovazione e la diversificazione delle attività che è resa possibile dall’esistenza di numerose “attività agricole connesse”che l’imprenditore può svolgere a fianco di quelle considerate primarie. Solo per fare un esempio, queste includono il confezionamento del miele, la produzione di succhi di frutta o di aceto e olio. L’elenco completo delle attività di “manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali” è periodicamente aggiornato dal Ministero dell’Economia e delle finanze.

Oltre all’avvio di un’impresa agricola,  per aprire un agriturismo occorre possedere tutto quanto previsto dalla normativa in materia e cioè: 1. iscriversi  nell’elenco degli Operatori agrituristici  presentando la richiesta al Settore Agricoltura della Città metropolitana dove avrà sede l’attività; 2. aver superato uncorso di formazione istituito o riconosciuto dalla Regione tra quelli organizzati, di solito, dalle città metropolitane, organizzazioni professionali, associazioni e consorzi agrituristici, enti locali, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle foreste (ERSAF), Camere di commercio; 3. richiedere sempre alla Città metropolitana il certificato di connessione tra l’attività agrituristica e quella agricola.

Nell’agriturismo è possibile offrire alloggio, somministrare cibi e bevande, ma anche soltanto attività di degustazione o altri servizi di tipo ludico ricreativo e didattico 

Durante questo  iter , chi aspira ad aprire un agriturismo avrà modo di definire meglio le caratteristiche del proprio business e valutare l’offerta di servizi spaziando tra alloggio, somministrazione di cibi e bevande, degustazione e attività ludico didattico ricreative. Si tratta infatti delle 4 grandi tipologie di servizi agrituristici previsti dalla normativa regionale che non necessariamente devono coesistere, ma si possono esercitare in forma singola: può quindi considerarsi un agriturismo in piena regola  anche quello che offre uno solo dei singoli previsti dalle norme. E la scelta è veramente vastissima perché, nel caso dei servizi, si va dalle fattorie didattiche alla pesca turismo al trekking sino ai corsi di cucina tipica e alle feste di compleanno o altre cerimonie.

Aprire un agriturismo è semplice se si posseggono tutti i requisiti e per avviare al meglio l’attività esistono fiere e incontri di gruppo con esperti.  

Una volta compiuti tutti i passaggi e definito il business plan, si può aprire l’agriturismo inviando al Comune in forma telematica la Segnalazione Certificata di Inizio Attività al Comune competente allegando le certificazioni e autocertificazioni richieste.Entro l’1 ottobre di ogni anno bisogna comunicare al comune i prezzi minimi e massimi di alta e bassa stagione in vigore dall’1 gennaio dell’anno successivo. Per chi fosse alla ricerca di idee che rendano unico e caratteristico il proprio agriturismo, ad ottobre a Fiera Milano c’è Host, appuntamento internazionale per tutto il settore Horeca dove sarà possibile visionare e testare i prodotti di 1700 espositori nei settori arredo, ristorazione professionale, macchinari per caffetteria e gelateria Mentre chi ancora non ha le idee chiare su come avviare quest’attività all’interno della propria azienda agricola, può prenotare uno dei prossimi incontri di gruppo con gli esperti dell’azienda speciale Formaper e ricevere un primo orientamento sullle procedure, il piano d’impresa e i finanziamenti possibili.

Expo: la vendita di cibi e bevande è più facile

Mezzo per la vendita di cibi e bevande
Mezzo per la vendita di cibi e bevande

Con Expo 2015 in partenza, il cibo la fa da padrone a Milano dominando la scena di numerosi appuntamenti, come la prima edizione di Seeds&Chips, evento dedicato al binomio Food&Technology che vede anche la partecipazione di alcune startup dei Tavoli tematici di Camera di Commercio di Milano .

 Il modello Scia è più semplice per chi avvia la vendita di cibi e bevande in forma temporanea durante Expo

E il cibo è un tema che può “far gola” a chi vuole avviare un business temporaneo durante Expo 2015. Anche perché la somministrazione e vendita ed cibi e bevande durante l’Esposizione universale sono più facili grazie a un lavoro di semplificazione che ha prodotto un modello di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) più essenziale; inoltre, per questo tipo di attività non sono più necessari i requisiti professionali richiesti in precedenza né serve la dichiarazione sui requisiti morali se l’attività di vendita temporanea avviene all’interno del sito di Expo.

E’ bene comunque precisare che il modello semplificato è valido solo per la segnalazione certificata di inizio attività di vendita o somministrazione  temporanea o degustazione al pubblico durante Expo e che per segnalare l’avvio/modifica/cessazione di tutte le altre attività economiche (commerciali, artigianali, di pubblico esercizio, ricettive etc.) il riferimento resta la modulistica standard.

La vendita di cibi e bevande in forma temporanea può avere contenuti e caratteristiche differenti 

Facciamo però un passo indietro. Cosa si intende per vendita e somministrazione di cibi e bevande in forma temporanea? Ne sono un esempio le attività di vendita realizzate in occasione di feste, fiere, manifestazioni, mercati e caratterizzate quindi dall’esercizio per un periodo di tempo limitato. E il contenuto dell’attività può variare se si effettua solo la somministrazione di cibi e bevande o se è prevista anche la preparazione e cottura di alimenti (chi non ha gustato almeno una volta il “panino con la salamella”?). Una curiosità:  la preparazione per il consumo sul posto di alimenti a basso rischio come panini, pop corn o zucchero filato è considerata semplice somministrazione.

In base ai casi, saranno differenti le caratteristiche della postazione e i requisiti igienici previsti, come ha spiegato il vicepresidente dell’Ordine dei Tecnologi di Lombardia e Liguria durante il convegno sulla gestione dei prodotti alimentari nelle manifestazioni fieristiche tenutosi qualche settimana fa in Camera di Commercio a Milano. Nella sua relazione si trova anche una carrellata dei “mezzi” con cui è possibile l’esercizio di un business temporaneo legato al food, ad esempio, l’autonegozio o le strutture mobili tipicamente usate per la vendita di street food.

Cosa valutare e come muoversi per avviare la vendita di cibi e bevande durante Expo

Oltre a valutare il tipo di vendita di cibi e bevande, sarà opportuno documentarsi anche sugli eventuali adempimenti in materia di etichettatura magari rivolgendosi  a un servizio apposito e informarsi sugli eventi in programma a Milano durante Expo così da individuare la collocazione più interessante per la propria struttura di vendita.

Per avviare poi concretamente l’attività, bisognerà inviare la SCIA al Comune di Milano utilizzando il modello progettato appositamente per chi effettuerà la vendita e somministrazione di cibo e bevande in forma temporanea all’interno del sito EXPO e su aree private fuori sito, che come abbiamo già detto è valido solo per il periodo Expo (1 maggio – 31 ottobre).

Le modalità per l’invio non cambiano, l’intero processo avviene in forma telematica e, una volta in possesso della ricevuta di consegna, si può avviare l’attività con decorrenza immediata. Chi volesse orientarsi verso questo business, anche indipendentemente da Expo, può prenotare un incontro presso l’azienda speciale Formaper per ricevere orientamento e prima assistenza da manager esperti.

Creatività: quando hobby e arti manuali diventano impresa

beautiful young dressmaker in workroomA Milano la creatività al centro  del tempo libero e di nuove attività imprenditoriali

A Milano dal 13 al 15 marzo va in scena la creatività con le fiere Hobbyshow e Cartoomics, annuale appuntamento ospitato in Fiera Milano, e la prima edizione di Radiocity Milano .

A Milano creatività fa rima con imprenditorialità, e non solo con tempo libero.

Lo dimostrano prima di tutto i dati sulle grandi industrie creative, termine che include un numero variegato di aziende, dall’architettura al design al software, tutte caratterizzate da una dimensione culturale anche se gli output hanno un carattere principalmente funzionale, cioè la produzione di beni e servizi.

Come evidenzia il rapporto  Milano Produttiva 2014 nell’approfondimento sull’Industria creativa, queste aziende hanno un impatto sempre più rilevante sull’economia del territorio a livello europeo, nazionale e regionale,  se si pensa che nel solo 2011 hanno costituito oltre il 9% dell’export italiano con un valore aggiunto di 76 miliardi di euro. E nel tessuto produttivo milanese, ben il 10% delle aziende con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro,  cioè 268 su 2480, opera nel mondo della “creatività” (settori moda e bellezza, design e architettura, pubblicità, media e intrattenimento,  information technology).

Dal gusto alla tecnologia, le nuove professioni della creatività si affermano in tutti i settori

Anche tralasciando le imprese con alti fatturati, appare sempre più chiaro l’emergere di nuove professioni legate a un modo di fare “artigianato” che, secondo la visione di Piero Bassetti, oggi unisce abilità manuali e creatività con un ricorso intensivo alla tecnologia, dimostrandosi capace di aprire frontiere di business ancora inesplorate.

Uno tra i casi più emblematici è legato allo sviluppo della stampa 3D, tipico esempio di produzione dal basso che è sempre più proiettata verso le applicazioni industriali e quest’anno ha avuto persino una fiera dedicata, l’evento 3D Print Hub, il primo in Italia su questo tema.

Ma la creatività degli artigiani del 21mo secolo si esprime anche in settori quali il gusto, con l’affermarsi di professionalità come il  cake designer a cui il pubblico guarda sempre con maggiore interesse e con la nascita di opportunità nuove in settori dove la componente di lavoro tradizionale resta imprescindibile. Ed è anche il caso della vendita di prodotti moda personalizzati, un business che – come ci mostra questo giovane produttore di scarpe giapponese nel video di Milano pret a porter – è reso possibile e conveniente grazie al web: il cliente può infatti scegliere comodamente da casa propria cosa personalizzare, e come, e il produttore ottiene grandi risparmi evitando le giacenze di magazzino.

Come trasformare la creatività in un’attività imprenditoriale

Chi ritiene di appartenere ai nuovi professionisti della creatività, ha diverse strade per trasformare le sue competenze in un’attività imprenditoriale: può infatti operare come libero professionista offrendo la propria consulenza alle imprese riducendo al minimo, così, gli investimenti iniziali oppure può aprire un’impresa vera e propria qualificandosi, se sono presenti tutti i requisiti, come Impresa artigiana.

A Milano e in Lombardia, le istituzioni guardano con interesse al mondo delle creatività e negli ultimi anni ne hanno sostenuto lo sviluppo attraverso numerose forme di sostegno economico, un’opportunità cui conviene sempre prestare attenzione. Attualmente, ad esempio, è aperto un bando di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia per  la realizzazione di vetrine e spazi espositivi creativi da parte di esercizi pubblici e commerciali.

Per chi volesse comunque farsi un’idea più precisa su come trasformare in business il proprio talento, è possibile prenotare presso Formaper un incontro di orientamento con gli esperti.

 

Nutrire il pianeta? Ci pensano le imprese femminili. Oltre 200mila imprese agricole hanno a capo una donna

Il 29% delle imprese femminili è nell'agroalimentare
Il 29% delle imprese femminili è nell’agroalimentare

Il 29%delle imprese femminili appartiene al settore agroalimentare e turistico. 

L’agricoltura è (anche) un lavoro da donne: lo confermano i dati 2014 dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere secondo cui, in Italia, su 234.684 imprese femminili del settore agroalimentare, oltre 9 su 10 riguardano proprio il comparto agricolo. Nel settore strettamente alimentare, invece, 2 imprese femminili su 5 sono panetterie.

La stessa fonte ci fa scoprire altre curiosità, ad esempio che nella produzione di paste alimentari, l’incidenza delle aziende capeggiate da donne sfiora il 43% (2.359 su 5.505) del totale e il 34,3% nella pasticceria (691 su 2.014).

La fatica e le e difficoltà non spaventano quindi le donne che sanno rivelarsi efficienti capitani d’impresa, anche in settori considerati tradizionalmente più maschili.  Nel complesso, in Italia il 29% delle imprese”rosa”ovvero oltre 377 mila imprese femminili su un totale di 1.302.054 si concentra nelle filiere agroalimentari e turistiche.

I progetti delle donne tingono di rosa Expo 2015

Sono quindi moltissime le donne che lavorano per “nutrire il pianeta” con le proprie imprese agricole. E l’interesse dell’altra metà del cielo per il tema centrale di Expo si è potuto ben notare dalla grande partecipazione al concorso WE-Women for Expo, lanciato lo scorso luglio per valorizzare il talento e la creatività femminile in connessione con Expo 2015.

150 partecipanti che hanno gareggiato con 100 idee tutte ad alto tasso di sostenibilità. I tre progetti vincitori avranno uno spazio dedicato all’interno del Padiglione Italia dove sarà possibile approfondirli meglio e valutarne ulteriori potenzialità.

Tavoli Expo e Camere di Commercio: ecco dove si promuovono le imprese femminili. Anche dopo Expo

La candidatura di due di questi ha preso forma all’interno dei Tavoli Expo, promossi da Camera di Commercio di Milano per offrire alle giovani imprese di un luogo fisico dove farsi conoscere e cogliere opportunità di contatto con potenziali finanziatori.

OrtiAlti e Findmylost, infatti, sono stati presentati durante il Tavolo Imprenditoria femminile  che è il tavolo tematico voluto dal Comitato per  la Promozione dell’Imprenditoria Femminile (CIF) della Camera di Commercio di Milano. In tutto il Tavolo ha offerto una vetrina a 27 progetti di imprese femminili che propongono idee e potenziali business cdall’orizzonte ben più lungo di Expo: si va dal sito per promuovere a Milano una slow town alla prima food community per chi mangia differente (vegani, allergici, …) sino al market place per condividere i prodotti del proprio orto con amici e viaggiatori

Il CIF appartiene alla rete di comitati “rosa” creati in tutta italia con il sostegno di Unioncamere ed è un riferimento per Enti e Associazioni che si occupano di imprenditoria femminile e per quanti vogliono promuovere iniziative di genere sul territorio di Milano.

 Il territorio, d’altronde, vanta un primato per concentrazione di imprese femminili in Lombardia. Sono 50mila sulle 153mila esistenti in Regione.