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2021

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FioreUrbano racconta i successi dell’online check up

FioreUrbano Srl è attiva dal settembre 2018. Le fondatrici, Nadia e Roberta, hanno esperienze lavorative molto diverse, rispettivamente comunicazione e finanza.
Le accomunano due cose:

  • una spiccata capacità manageriale, derivante dalla gestione di due carriere brillanti, in contemporanea alla famiglia;
  • la passione per i fiori, le piante, la natura, la bellezza.

Da questa sintesi nasce FioreUrbano.

FioreUrbano prepara mazzi di fiori freschi appena colti e li consegna in abbonamento a Milano. Il team sceglie i fiori più freschi in base alla stagione, per creare un mazzo originale da consegnare a Milano in bicicletta e con corriere fuori città, con regolarità settimanale, quindicinale o mensile.

La formula in abbonamento permette di ricevere fiori originali, di grande qualità e durata, in modo facile ed abituale, senza dovere aspettare le grandi occasioni. Abbonarsi è semplice e mai vincolante.

Fiore Urbano è stato supportato da Chiara Bressa – SEO Specialist e Antonella Collina – Social Media Specialist, del Punto Impresa Digitale.

Antonella - Digital & Social Media Specialist

Come hai conosciuto il Punto Impresa Digitale e di quali servizi hai usufruito?

Abbiamo conosciuto Punto Impresa Digitale, sia nelle fasi iniziali del nostro progetto, a cui abbiamo rivolto le prime domande, sia recentemente dopo aver effettuato il SELFI 4.0 della nostra realtà imprenditoriale. Successivamente abbiamo seguito la formazione di Eccellenze in Digitale, durante la quale gli esperti hanno presentato il servizio di online check up. Abbiamo scelto subito di fissare un incontro per approfondire l’analisi del nostro sito web, della SEO e social media.

Che cosa il servizio ti ha permesso di capire sulla tua presenza online, implementare o modificare per migliorare la tua presenza online?

Il servizio che ci ha fornito Punto Impresa ci ha dato l’opportunità prima di tutto di confrontarci con professionisti esperti di digitale, in modo anche da stimolarci quelle domande utili a comprendere alcuni meccanismi sottostanti al digitale e utili a migliorare la nostra presenza on-line.

Ritengo molto valido il servizio sia per le conoscenze personali che si possono sviluppare, ma anche per la profondità di comprensione che arrivi ad ottenere. Ora, se anche hai necessità di rivolgerti a dei fornitori per alcuni servizi, sai bene di cosa si andrà a parlare. Sei in grado di meglio trasmettere le tue esigenze e di comprendere la bontà di preventivi e risultati.

Abbiamo compreso che dovremmo modificare il sito web, nei prossimi mesi, aggiungendo delle sezioni e migliorando la user experience.

Per quanto riguarda la SEO prima dell’online check up era praticamente assente. Ora scriviamo articoli del blog con un certo criterio e siamo in grado di leggere le analitiche di Google.

Dal punto di vista social, siamo adesso consapevoli dell’importanza di creare un piano editoriale e organizzare i contenuti in rubriche e formati differenti, per una pubblicazione costante ed efficace dei post.

Affidati anche tu agli esperti del nostro Punto Impresa Digitale e richiedi l’online check up

Vogliamo essere social o sociali?

2002: Odissea nello spazio (digitale)

Non è semplice definire l’anno zero dei social network.

Il momento in cui tutto è cambiato, in cui la comunicazione è passata dal sistema emittente-ricevente (un sistema collaudato per tutti i mezzi di comunicazione più classici come la televisione, la radio e i giornali) a una gigantesca rete globale fatta di nodi che leggono e ascoltano, certo, ma soprattutto rispondono agli altri nodi amici con parole, video, foto e musica.

Non è facile definire l’anno zero, dicevo, ma possiamo fissarlo nel 2002: l’anno in cui è nato Friendster.

Forse neanche ve lo ricordate più questo antico progenitore di Facebook. Il suo sito ormai è stato cancellato dalla memoria collettiva di internet, rendendo impossibile fare un qualsiasi tipo di archeologia. Eppure le sue tracce riverberano da qualche parte nell’etere: dentro le riflessioni dei nostalgici più affezionati che ne analizzano la caduta neanche fosse l’Impero Romano d’Occidente o ancora all’interno di una commoventissima pagina Facebook amministrata (ai tempi) proprio dallo staff di Friendster.

Insomma, l’anno zero dei social network risale a poco meno di una ventina di anni fa e da allora il mondo è cambiato.

Secondo Forbes, l’anno scorso ogni americano ha speso in media 1.300 ore sui social media, più o meno tre ore al giorno. Facebook è ancora in testa, nonostante l’ascesa di tante altre piattaforme usate soprattutto da utenti più giovani. Secondo Statista, nel mondo, la media “scende” a poco più di due ore al giorno, rappresentando circa la metà del tempo totale che gli utenti spendono su internet.

Il 2002 è stato senza dubbio uno degli anni più ibridi della storia. Nel 2011 Martin Hilbert e Priscila López pubblicano un articolo su Science dove riportano un lungo studio sull’archiviazione dei dati all’interno di diversi tipi di dispositivi. Ve la faccio breve, secondo i due studiosi proprio nel 2002 i dati immagazzinati su supporti digitali avevano superato (in numero) quelli analogici.

Il 2002 è stato l’anno del sorpasso. L’anno in cui anche gli esseri umani hanno deciso di fare una copia di sicurezza delle loro esistenze su internet, un posto dove starsene al sicuro dallo scorrere del tempo: l’anno d’inizio dell’era digitale.

Da allora sono nati moltissimi social network, ognuno in cerca della sua fetta di mercato: LinkedIn, MySpace, Facebook, Flickr, YouTube, e poi ancora Twitter, Instagram, Pinterest, Tinder e TikTok. Alcuni sono nati e morti in una manciata di anni, lasciando dietro di sé soltanto poche tracce paleodigitali.

Su ogni piattaforma mostriamo un certo lato di noi. Vi ricordate della Dolly Parton Challenge? Pubblicare le foto profilo di quattro social media diversissimi come Facebook, Linkedin, Instagram e Tinder è una sfida tanto semplice quanto intuitiva. Perché tutti sappiamo bene cosa funziona su ognuno di loro e quali sono i contenuti più adatti ai nostri contatti.

I social media sono uno degli habitat più particolari tra quelli digitali che abitiamo in questa nuova epoca. E abbiamo imparato a conoscerli con gli anni. Il 26 ottobre parliamo di come sfruttarli al meglio insieme a Barbara Sgarzi. Giornalista professionista ed esperta di comunicazione digitale, ci aiuterà a riflettere su come usare questi strumenti anche per la comunicazione dell’industria del food. Un modo per festeggiare la Milano Restaurant Week che dal 22 al 31 ottobre celebrerà nel capoluogo lombardo una delle economie più colpite dalla pandemia.

Se volete essere dei nostri potete seguire l’evento gratuitamente nella solita modalità ibrida: scegliendo tra le poltrone fisiche a Palazzo Emilio Turati e i posti virtuali sulla piattaforma de L’Età Ibrida. Sempre dalla Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi, sempre alle 18. Portate voi stessi e tutti i vostri avatar.

Startup Marketing, Growth Hacking e Sostenibilità | Una chiacchierata con le imprese per capire come riuscire ad innovare davvero

Energie alternative

Nel Timeo, Platone descrive i cinque poliedri regolari come gli elementi costitutivi dell’universo. Tetraedri, icosaedri, cubi e ottaedri sono germi generatori. In un certo senso rappresentano l’essenza stessa rispettivamente del fuoco, dell’acqua, della terra e dell’aria, dentro una teoria cosmica che mostra tutto il suo rispetto per due scienze antichissime: la geometria e la matematica.

Nonostante queste teorie nella fisica siano superate da tempo, i corpi cosmici ci possono ancora insegnare molto. E’ questo il caso delle macchine della Dynamo Energies che sfruttano le potenzialità dell’energia solare ispirandosi proprio alle forme dei solidi platonici. Un “fotovoltaico tridimensionale”, secondo le parole di Francesca Galanti, Responsabile Business Development dell’azienda. Un elegante design total black che nasconde la parte del telaio e della struttura, garantendo un aspetto armonioso e ricercato.

Ma la bellezza delle forme non è l’unica caratteristica di queste macchine. Esse nascono da uno studio attento della natura e da una felice intuizione: sfruttare la verticalità anche nelle tecnologie fotovoltaiche. Il Massachusetts Institute of Technology è stato il primo istituto a ragionare su questo nuovo approccio. La Dynamo Energies lo ha poi trasformato in realtà grazie alla tenacia dei suoi tre fondatori: Amerigo Della Pina, Simone Olivetti e Marco Simonetti.

Cosa vuol dire essere una startup

Dynamo deriva dal greco antico dynamai, ovvero “io posso”. Più che un nome, sembra quasi un manifesto valido per qualsiasi azienda innovativa che voglia mettersi al lavoro in un certo ambito. “Una startup si innamora dei problemi degli utenti e cerca sempre nuove soluzioni per soddisfarli”, ci ha raccontato Alessia Camera durante il quarto incontro de L’Età Ibrida. E’ successo così anche per questa azienda che si è fatta portavoce di una nuova attenzione ai temi della sostenibilità, lavorando per tutte quelle persone che vogliono trovare soluzioni rivoluzionarie al problema energetico.

Ed è ascoltando i propri clienti che le tecnologie sono migliorate costantemente dalla fondazione dell’azienda a oggi: cercando di sfruttare superfici sempre minori, rendendo le macchine più efficienti con un sistema di raffreddamento a camino, ma anche garantendo un’installazione rapida e una manutenzione ordinaria facile da gestire.

Dynamo Energies è una delle startup di Tavolo Giovani, un progetto di Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi che offre un trampolino di lancio a tutte le aziende innovative che lavorano sul territorio lombardo. “Si tratta di un’occasione di networking eccezionale. Le startup possono confrontarsi con moltissimi professionisti esperti del settore in cui operano, dai potenziali investitori alle aziende più mature”, così lo descrive Alvise Biffi, Presidente della Piccola Industria Lombardia e Responsabile di Tavolo Giovani.

E le sinergie nate tra aziende affini hanno aiutato anche la Dynamo Energies a entrare con successo sul mercato. “Il nostro laboratorio si trova all’interno della Gualini. Un’azienda che grazie ai suoi 150 anni di esperienza ci ha permesso di fare un salto importante da startup a PMI innovativa”, ci racconta Galanti durante l’incontro.

Il quarto incontro de L’Età Ibrida potete riguardarlo qui.

Il prossimo appuntamento è per il 26 ottobre sempre alle 18. Con noi ci sarà la giornalista Barbara Sgarzi, esperta di piattaforme digitali.

Nel suo ultimo libro Social media wine: strategie, strumenti e best practice per comunicare il vino Sgarzi riflette proprio sull’utilizzo intelligente dei social media. Soprattutto per quel che riguarda l’industria alimentare. Sarà anche un’occasione per incontrarci durante la Milano Restaurant Week. La prima edizione di una manifestazione interessantissima che nasce per rilanciare una delle industry più colpite durante la pandemia.

Come sempre potete partecipare gratuitamente all’evento registrandovi per i posti fisici all’interno del Palazzo Giureconsulti di Milano oppure per quelli virtuali.

Nel frattempo, veniteci a trovare nella nostra “casa digitale”: L’Età Ibrida è una piattaforma in-formativa, nel senso che ospita informazioni ma anche strumenti di formazione, e attraversarla vuol dire incontrare articoli, podcast, riflessioni e lezioni. Come sempre grazie a Punto Impresa Digitale, a Tavolo Giovani e alla Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi. Una compagine affiatata che ci ha dato la possibilità di costruire questo percorso ibrido insieme a voi.

Startup Marketing, Growth Hacking e Sostenibilità | L’intervento di Alessia Camera

Che cos’è una startup?

Quando Italo Calvino scrive le sue lezioni americane, nel 1985, il web non è ancora nato. Il mondo non è ibrido, eppure corre già veloce. Nella seconda lezione, quella dedicata proprio alla rapidità, Calvino rivendica il valore di una narrazione sintetica nonostante «altri media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano, e rischiano di appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea».

Chissà cosa avrebbe pensato della rete.

Ma l’essere concisi non è l’unico aspetto della questione, che riguarda molto più in generale la capacità di raccontare la complessità in poche righe, il bisogno di condensare il mondo in un epigramma. Il capitolo si chiude con un’antica storia cinese:

Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e di una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. «Ho bisogno di altri cinque anni» disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.

Oggi partiamo da qui: da questo gesto eterno e perfetto. Da una precisione che nasce con l’esperienza e la pratica, dalla parte che racchiude il tutto all’interno di una corrispondenza infinita e oscillante.

 

La velocità dell’innovazione

A giugno, Ipsos ha pubblicato una ricerca sullo stato di salute delle imprese italiane prendendo come punto di partenza una delle fasi più delicate di sempre: quello della ripartenza. Nonostante le difficoltà che in tanti hanno registrato (difficoltà legate soprattutto alla mancanza di liquidità), quasi il 70% delle aziende italiane crede che le opportunità negli anni a venire superino i rischi, soprattutto per le realtà che sono più votate all’export.

Ma soprattutto la ricerca ha evidenziato due tematiche principali:

  • le giovani imprese hanno resistito meglio all’impatto della pandemia mettendo in campo una forza di reazione nata tra le file degli strumenti digitali;
  • le imprese tradizionali sono riuscite a resistere puntando sulla loro capacità di portare punti di vista diversi, anche all’interno di un business non proprio rivoluzionario.

Sono nate nuove professioni e la digitalizzazione è diventata un passaggio obbligato per qualsiasi azienda che voglia stare sul mercato. Insomma, abbiamo visto in azione l’innovazione anche all’interno di imprese che innovative non lo sono state mai, ma che hanno sentito la necessità di un nuovo approccio al mercato. Ormai il 60% delle aziende italiane offre l’ecommerce ai suoi clienti e il 68% sta investendo in prodotti sempre più sostenibili. In tante stanno cambiando la propria comunicazione in funzione dei cambiamenti che stanno attraversando la nostra società, perché stabilire i propri valori è diventato importante quanto sviluppare un buon prodotto.

Il periodo è rischioso, ma offre grandi opportunità. Ne è convinto il 61% degli intervistati, che vede l’innovazione come uno strumento per lanciare nuove idee e per sperimentare strategie di co-creazione insieme ai propri clienti.

Per capire come funziona questo nuovo modo di fare mercato, abbiamo invitato Alessia Camera, esperta in growth marketing, che negli ultimi dieci anni ha lavorato insieme a startup, progetti tech, PMI e multinazionali. Nel suo libro Startup marketing: Strategie di growth hacking per sviluppare il vostro business, si affronta un marketing meno vorace, una crescita che prende significato soltanto alla luce di un altro concetto sempre più indispensabile per qualsiasi business: la sostenibilità.

Siamo partiti dall’idea: che cos’è una startup? Ci dice Camera:

A volte la definiamo come un concetto, altre come un test, a volte ci sembra che una startup sia un servizio online o magari un’esperienza legata a una certa tecnologia che ci aiuta a risolvere i problemi di sempre in un modo nuovo. Beh, in un certo senso sono vere tutte queste definizioni”.

Una startup è l’insieme di tutti quegli strumenti innovativi in grado di aiutarci a sviluppare nuove idee in un processo di test e analisi dell’errore che sia davvero ricorsivo, infinito. L’obiettivo non è mai il prodotto in sé, ma piuttosto l’analisi di un pezzo di realtà, dei bisogni delle persone. Se il pain sarà condiviso, diventerà molto semplice crescere e sviluppare un buon prodotto.

In un certo senso le aziende tradizionali fanno il percorso inverso: una volta definito il prodotto cercano il pubblico più adatto a utilizzarlo. Ma in questo processo ci si porta dietro parecchia inerzia e persino una certa rigidità nel cambiare le cose.

Focalizzandosi sul prodotto è molto più difficile innovare, soprattutto quando l’ecosistema attorno a noi si trasforma. In quel caso saremo costretti a rincorrere il cambiamento invece che anticiparlo.

Dice Camera:

Una startup si innamora dei problemi degli utenti e cerca sempre nuove soluzioni per soddisfarli, creando un business sostenibile, scalabile e ripetibile.

Ma un altro elemento fondamentale è proprio quello della velocità. Le startup applicano questo processo in un ambiente che cambia rapidamente, che si adatta a tutte le possibilità tecnologiche più innovative. E la tecnologia si sta espandendo sempre più in fretta. Se il telefono ha impiegato 75 anni per raggiungere 50 milioni di utenti nel mondo, alla televisione sono bastati 13 anni. Il web raggiunse 50 milioni di utenti in appena 4 anni e il videogioco Angry Birds in soli 35 giorni!

Una velocità che abbiamo sperimentato anche durante la pandemia. Sono cambiate talmente tante cose, in una manciata di mesi, che la nostra vita ha subìto una sorta di mutazione, è diventata ibrida. Dal modo di lavorare a quello di fare shopping, dall’andare a lezione al guardare i film. I gesti che accompagnano le nostre vite si sono trasformati, e con essi anche il nostro modo di vedere il mondo.

Quale sarà la tecnologia che sconvolgerà le nostre vite nei prossimi dieci anni? È questo che dovremmo chiederci ogni volta che pensiamo di fondare una startup. Perché solo se saremo in grado di prevedere il futuro, riusciremo a cambiare quando sarà necessario.

Come? Per esempio con il growth marketing: “un processo che permette alle startup di sperimentare velocemente e continuativamente per capire quale sia il bisogno più importante dell’utente, costruendo un prodotto digitale migliore per le persone in modo sostenibile”, questa la definizione che ne dà Camera. Il processo per costruire un prodotto valido passa attraverso un lungo percorso di sperimentazione, oltre che a un aggiornamento continuo delle tecnologie usate, in modo da migliorare il risultato a seconda del contesto in cui ci muoviamo. Il focus non è sull’oggi, ma sul domani: sul cambiamento che deve ancora arrivare.

Non c’è limite alla velocità, purché sia accoppiabile alla sostenibilità. Crescere troppo rapidamente vuol dire concentrarsi troppo sul prodotto più che sulle necessità delle persone. Ma soprattutto: quanto più riusciremo a diventare scalabili, tanto più dovremo essere in grado di analizzare gli effetti della nostra crescita. Mettersi in discussione è un requisito fondamentale per qualsiasi azienda. Riuscire a cambiare quando quel che facciamo non ci rispecchia più, un passo decisivo per il successo nell’età ibrida.

Startup Marketing, Growth Hacking e Sostenibilità | Le startup

Nell’inverno del 1790 il militare Xavier de Maistre sfida a duello un suo compagno d’armi, l’ufficiale Patono de Meyran, e lo ferisce. Nonostante lo scontro fosse autorizzato, de Maistre viene condannato a 42 giorni di arresti domiciliari. Una pena che sconterà scrivendo il suo testo più famoso: Viaggio intorno alla mia camera.

Sono pagine dense e ironiche. Si prende in giro quella fetta di aristocrazia europea ossessionata dal Grand Tour, ma anche un certo tipo di letteratura di viaggio sempre più popolare nell’Ottocento, racconti razionali e antropocentrici progenitori del turismo di massa. De Maistre dimostra che camminare dalla poltrona al divano può essere interessante quanto conquistare terre sconosciute. Perché se ogni paesaggio è un campo disseminato di segni, un viaggiatore non è altro che un lettore attento. Tutti possono aspirare alla santità del pellegrino: i malati inchiodati a letto ma anche quelli che un viaggio non possono permetterselo, i pigri che non hanno voglia di spostarsi e gli annoiati dalla vita. In un certo senso con questo testo de Maistre democratizza il viaggio, lo rende alla portata di chiunque.

“L’eterno e non mai soddisfatto desiderio dell’uomo non è forse di accrescere il suo potere e le sue facoltà, d’essere ove non è, di richiamare il passato e vivere nell’avvenire?”, scrive de Maistre.

Ma ormai questo desiderio non è più un desiderio. Questa aspirazione dell’umanità si è fatta realtà con internet, che ha allargato le nostre possibilità, che ci ha permesso di viaggiare con la mente anche quando eravamo costretti tra le mura domestiche.

Navigare sul web è come intraprendere un viaggio astrale: il corpo rimane a casa mentre la mente si perde a sorvolare tutto il mondo.

In questi mesi ci siamo sentiti tutti un po’ come de Maistre. Abbiamo lasciato vagare la nostra mente in spazi controllati e circoscritti, abbiamo immaginato realtà leggendo tra le pieghe della nostra esperienza.

Sono nate così tante startup, imprese che scovano gli affari dove ancora non ci sono, che intraprendono un viaggio interiore per capire, dentro le proprie necessità, i bisogni del mondo intero. Aziende che si ribellano allo status quo, che leggono la società attraverso un’altra sintassi, che portano avanti una certa idea di progresso che forse stiamo lasciando indietro.

Di questo si tratta: di vedere il mondo anche dentro una stanza.

Per capirne di più, abbiamo invitato a L’Età Ibrida Alessia Camera, esperta di marketing digitale e consulente per startup e multinazionali. Camera ha raccolto le sue tesi nel volume Startup Marketing edito da Hoepli, dove spiega le potenzialità del growth hacking, una strategia che combina creatività, analisi e pianificazione in tutte le fasi dello sviluppo di una startup.

L’importante è partire sempre da una buona idea.

Insieme cercheremo di capire cosa rende buona un’idea di startup, quali siano quelle davvero in grado di sconvolgere le regole del gioco e di creare un panorama di business tutto nuovo. Ci confronteremo con le startup del territorio per capire come nascono e quanto velocemente possano crescere, analizzando soprattutto la loro propensione al cambiamento e all’adattamento in qualsiasi condizione.

Se volete essere dei nostri, ci vediamo mercoledì 13 ottobre alle 18 a Palazzo Giureconsulti di Milano nel nostro consueto evento ibrido, tra posti fisici e poltrone virtuali.

Come sempre grazie alla Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi per aver creduto ne L’Età Ibrida. E grazie a Tavolo Giovani, il progetto Camera che mette a disposizione delle giovani imprese una piattaforma, fisica e virtuale, di visibilità, informazione e networking, al fine di intercettare e promuovere giovani idee imprenditoriali promettenti.