Chi parte sceglie il mare, ma c’è molto per chi resta in città Destinazione mare: Grecia, Mar Rosso e in qualche caso Maldive, con una spesa tra i 500 ai 1000 euro a testa. Queste le vacanze dei milanesi in partenza, secondo una rilevazione di Camera di Commercio di Milano sulle agenzie di viaggio nel mese di aprile 2014 Ma per chi resta a Milano in questo periodo di “ponti” che dal week end di Pasqua si allunga per due settimane fino al 4 maggio, il rischio di annoiarsi è praticamente scongiurato grazie a una ricca proposta di eventi culturali e iniziative per tutti i gusti Ecco alcune proposte: Per gli amanti degli itinerari enogastronomici, la Lombardia è un vero paradiso da scoprire con oltre 243 prodotti tradizionali. E potrà quindi valere la pena di spingersi nel pavese per assaporare il Salame sottograsso o girare per le pasticcerie della Brianza…
come aprire un negozio di alimentari a Milano e in altre città
Alimentari: in crescita negozi specializzati e fruttivendoli. Quindi aprire un negozio di alimentare è ancora possibile? Centri commerciali e e-commerce hanno tolto mercato al negozio sotto casa? Se guardiamo il numero degli esercizi attivi nel settore alimentare possiamo dire che fra il 2012 e il 2013 il comparto nel suo insieme è sostanzialmente stabile a livello nazionale -0,2% , mentre su Milano abbiamo un buon +2,5%. Ma alcuni comparti dimostrano aumenti ben superiori: i negozi specializzati in bevande balzano al +3,9 % a livello nazionale e al +17,2% a Milano, quelli specializzati in vendita di prodotti dietetici, macrobiotici segnano un + 8,5% in Italia e un +17% a Milano. Anche il settore delle salumerie uova oli e grassi alimentari va bene (+ 28,5% Italia, +27,8% Milano) così pure, il negozio di frutta e verdura, per intenderci il fruttivendolo, può vantare un +1,8% in Italia contro il + 2,7% a Milano. Ma come si fa ad aprire un negozio…
Massaggi: un’impresa che unisce business e benessere
Milano è una città sempre in corsa e, per eliminare lo stress e prendersi cura di sé, i milanesi non disdegnano una pausa benessere. Solo nel 2012 la spesa per la cura personale e i servizi estetici in città è stata di mezzo miliardo di euro secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano . La domanda nel settore quindi c’è e contribuiscono a soddisfarla oltre 7000 imprese – tra acconciatori, istituti di bellezza, saloni, palestre e altro ancora – che costituiscono il 5,2% del totale nazionale. Perché non trasformare allora il benessere in un mestiere, ad esempio aprendo un centro massaggi? Se a qualcuno piace l’idea, è bene sapere che la passione e il fiuto imprenditoriale non bastano, ma occorrono studio e competenze specifiche perché chi svolge attività di massaggio è un operatore del benessere a tutti gli effetti assoggettato, in linea generale, ai requisiti e alle autorizzazioni…
Come diventare barbiere?
Diventare barbiere è un buon business ? In Lombardia ne nascono due ogni giorno feriale e se consideriamo tutta l’Italia la cifra sale a 12, la provincia Italiana che ha registrato l’incremento più alto è Roma , +114 esercizi in un anno, ma anche a Milano il settore cresce, seppur più lentamente: 5.033 esercizi meneghini nel 2013 rispetto ai 5.022 del 2012. In totale in tutta Italia sono oltre 102mila i saloni di barbieri e parrucchieri, di questi quasi 17mila in Lombardia Prendere il business per i capelli è dunque ancora possibile , ma come fare a diventare barbiere ? Innanzi tutto è un’attività tipicamente artigiana, quindi è necessario iscriversi nella sezione speciale artigiani del registro delle imprese, ma non basta, questo mestiere è da sempre ritenuto speciale per cui non è possibile improvvisarsi. E’ ben noto che nel passato, il barbiere era il custode di molte arti di precisione, dal dentista, al chirurgo, vi…
Carluccio Sangalli: il valore sociale dell’impresa
In tempo di crisi la responsabilità sociale di impresa ha ancora un valore ? Per Carluccio Sangalli “I numeri parlano da soli. Da una recente ricerca della Camera di commercio di Milano risulta che le imprese milanesi spendono circa un miliardo all’anno per le iniziative responsabili. Le aree di intervento più significative sono la tutela dei lavoratori e il rispetto dell’ambiente. Lo strumento più adottato è il codice etico, ben 7 imprese responsabili su 10, e il 2% sceglie il bilancio sociale. C’è da segnalare che se per il 73,5% delle imprese la responsabilità sociale si realizza nel quotidiano tutti i giorni solo l’11,4% si preoccupa di certificarlo con un atto formale. Ma con la crisi un terzo delle imprese, il 34%, ha ridotto la sua azione sociale, ma non ha di certo smesso di essere attenta alla dimensione etica. Quindi insomma la crisi ha influito sull’attenzione sociale?“Ha influito sulla disponibilità…