Milano e il suo hinterland stanno attraversando una fase cruciale di transizione verso una mobilità urbana più sostenibile e inclusiva. Il bando “Bike to work & city logistics”, promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sostiene progetti che favoriscono l’uso di bici, e‑bike e cargo‑bike sia per il tragitto casa‑lavoro sia per attività aziendali e distribuzione urbana.
Ma quali sono i vantaggi della mobilità su due ruote? E come nasce l’idea di un’impresa bike friendly? Lo abbiamo chiesto a Stefano Restelli e Gianpaolo Campisi, i due titolari della Redimec Snc, che ha beneficiato del contributo messo a disposizione dal bando “Bike to work” 2024.
La società, con sede principale a Settimo Milanese (MI), dal 1996 mette a disposizione dei propri clienti professionalità, competenza ed esperienza offrendo servizi che comprendono la realizzazione di manuali d’uso e manutenzione, traduzioni tecniche, validazioni, perizie e prove di laboratorio di macchinari e prodotti, nel rispetto delle direttive e delle norme comunitarie. Redimec è fortemente orientata alla sostenibilità ambientale e al benessere delle persone. Un mix efficace tra servizi professionali, attenzione sociale e innovazione che la distingue sul territorio italiano ed europeo.
Come vi è venuta l’idea di rendere l’impresa bike friendly?
L’idea è nata dal nostro impegno per la sostenibilità e il benessere dei collaboratori. Già da tempo avevamo investito in energia solare e mobilità elettrica, quindi promuovere la bici per gli spostamenti casa-lavoro è stato un passo naturale, volevamo offrire un’alternativa più sana, economica e sostenibile per chi lavora con noi. Il bando “Bike to work” della Camera di Commercio ci ha dato l’occasione perfetta per strutturare il progetto e renderlo concreto.
Come siete venuti a conoscenza del bando “Bike to work”?
Siamo venuti a conoscenza del bando tramite il sito della Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi, grazie alla nostra costante attenzione alle opportunità legate alla sostenibilità e al welfare aziendale. Monitoriamo regolarmente i canali della Camera di Commercio e delle associazioni di categoria, perché riteniamo che strumenti come questi siano fondamentali per innovare e crescere responsabilmente.
Come vi è stato utile? Che investimenti avete fatto?
Il bando ci ha permesso di trasformare un’idea in un progetto concreto, con un supporto economico che ha reso sostenibili anche investimenti strutturali. Abbiamo utilizzato il contributo per acquistare dieci e-bike aziendali, realizzare un’area dedicata al parcheggio bici con rastrelliere coperte e sicure per la ricarica delle bici elettriche, accessori e mappe ciclabili.
Redimec già da anni investe in sostenibilità, con pannelli solari (50 kW totali) e colonnine per auto elettriche riducendo 16 ton CO₂/anno; questi ulteriori interventi hanno migliorato la vivibilità aziendale e ci hanno aiutato a diffondere una vera cultura della mobilità sostenibile, coinvolgendo attivamente i collaboratori.

Che risposta avete avuto dai vostri collaboratori?
I nostri collaboratori sono rimasti molto soddisfatti dell’iniziativa, è stato riscontrato un miglioramento del clima aziendale, benefici personali percepiti sul benessere fisico e mentale, meno stress e più energia, coinvolgimento anche di chi non aveva mai usato una bici e-bike.
Secondo voi qual è il futuro della mobilità in contesti come quello della città metropolitana di Milano e in che modo scelte come la vostra possono fare la differenza?
In un contesto metropolitano come quello di Milano, dove la congestione stradale e l’inquinamento restano sfide attuali, spostare la mobilità pendolare su due ruote rappresenta un impatto concreto su qualità dell’aria, fluidità degli spostamenti e benessere dei cittadini.
La scelta di adottare soluzioni come bike to work è quindi strategica per contribuire non solo alla riduzione delle emissioni di CO₂, ma anche per decongestionare il centro città, migliorare la vivibilità e sostenere una cultura aziendale moderna, in linea con i criteri ESG.
Che consigli avete da dare ad altre imprese che desiderano sviluppare il modello del bike to work all’interno della loro realtà lavorativa?
Analizzare i bisogni del personale, con questionari per individuare barriere reali (distanza, infrastrutture, ecc.), cogliere opportunità di finanziamento e allestire infrastrutture dedicate.