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Esperienze inclusive e turismo accessibile – I racconti delle imprese e il sostegno della Camera di commercio

Nel corso degli anni la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi si è distinta per aver messo a disposizione una gamma di incentivi alle imprese del settore turistico, ricettivo e degli eventi. In particolare, la misura Ospitalità accessibile – parte del bando Filiera turistica sostenibile e accessibile – sostiene le imprese nel migliorare le condizioni di accesso per i turisti con disabilità o esigenze specifiche, allo scopo di garantire a tutti un soggiorno in condizioni di autonomia, comfort, sicurezza e senza barriere.

In questo contesto, il percorso di Clues Hunt SAS – supportato dal bando di Camera – testimonia come anche realtà di piccole dimensioni possano contribuire alla costruzione di un’offerta culturale e ricreativa realmente accessibile e inclusiva. Clues Hunt, con sede nel Municipio 2, si è distinta negli ultimi anni per un approccio innovativo all’accessibilità nelle escape rooms, un ambito dove spesso barriere fisiche, sensoriali o narrative possono limitare la partecipazione. Ne parliamo con il titolare, Davide Bonara.

 

Può illustrarci brevemente la storia di Clues Hunt SAS e il tipo di esperienza che offre al pubblico?

Nell’estate del 2014, un nostro socio in viaggio di lavoro a Bilbao ha sperimentato per la prima volta volta una escape room, un nuovo tipo di intrattenimento molto diverso dal teatro, cinema, museo. Rientrato in Italia ne parlò con altre persone e da questo terzetto dopo qualche mese nacque Clues Hunt.

Il nostro team è sempre stato connotato da una solida preparazione tecnica e artistica e dal desiderio di innovare. Fin dall’inizio, con “La bottega di Leonardo”, abbiamo proposto escape rooms che non fossero solo una sequela di enigmi da risolvere, ma vere e proprie esperienze narrative, in cui enigmistica, ambientazione, scenografia e coinvolgimento emotivo si intrecciano, con l’obiettivo di rendere l’esperienza una avventura in cui tutti gli ingredienti sono ben amalgamati e concorrono a far vivere ai giocatori una esperienza che li fa sentire di volta in volta, parte di una storia che si svolge in un luogo e in un tempo diversi dalla realtà.

Le nostre escape rooms si rivolgono a gruppi eterogenei, famiglie, aziende e appassionati. Fin dalle origini abbiamo avuto a cuore il tema dell’accessibilità perché la nostra attività è aperta a tutti i tipi di pubblico ed è importante per noi includere chi, per impedimenti fisici o di altra natura, non può godere di altre esperienze.

L’escape room è un’esperienza spesso fisica e sensoriale. Quali aspetti dell’accessibilità le sembravano più urgenti da affrontare?

Chi ben comincia è a metà dell’opera. Fin dalle origini abbiamo avuto a cuore il tema, pertanto abbiamo scelto un locale nel quale fosse possibile entrare senza barriere fin dalla strada, nella realizzazione delle stanze abbiamo sempre tenuto in considerazione criteri di progettazione accessibili e abbiamo cercato, nei limiti del possibile, di mitigare la presenza di eventuali barriere già in fase di sviluppo. Molto era stato fatto, ma, purtroppo, ci mancavano ancora alcune cose. Un altro aspetto fondamentale era l’accessibilità sensoriale: luci particolari, rumori improvvisi o informazioni solo visive possono rappresentare difficoltà per alcuni partecipanti. Per questo ci siamo concentrati sulla chiarezza delle istruzioni, sulla possibilità di modulare alcuni effetti e sull’adozione di soluzioni più intuitive.

Nel 2019 ha partecipato al bando di Camera di commercio sul turismo accessibile. Quali esigenze o obiettivi l’hanno spinta?

Il bando rappresentava un’opportunità per consolidare la volontà di rendere l’esperienza di gioco più inclusiva. Volevo superare i limiti tipici del settore e dimostrare che anche una realtà dedicata al gioco e al tempo libero può essere attenta alle esigenze di tutti. Gli obiettivi erano chiari: migliorare l’accesso alla struttura, potenziare la sicurezza, rendere le stanze più fruibili anche a persone con esigenze specifiche e iniziare un percorso strutturato di attenzione all’accessibilità.

Quali interventi ha realizzato grazie al contributo del bando?

Grazie al bando siamo intervenuti sia sull’infrastruttura che sugli aspetti esperienziali.
In particolare, oltre a potenziare l’accessibilità dei servizi presenti nella nostra struttura a vantaggio di persone con disabilità fisiche, abbiamo iniziato a pensare anche ad altre disabilità perché la carrozzella può essere un limite, ma solo apparente perché, talvolta, in una escape room si trovano passaggi basati su esperienze visive e uditive: grazie al bando, abbiamo quindi sviluppato un software che si collega al nostro e che consente di modificare il comportamento della stanza in funzione di chi deve giocare, fornendo istruzioni su piani sensoriali differenti da quelli originariamente pensati. Questo sistema è entrato in funzione su alcuni aspetti già negli anni scorsi e ora, man mano che si procede con l’aggiornamento dei giochi lo implementiamo tutte le volte che è possibile.

In che modo l’accessibilità è oggi integrata nella sua strategia aziendale?

Oggi l’accessibilità è una parte stabile del nostro modo di progettare e lavorare. Quando sviluppo una nuova escape room o aggiorno quelle esistenti, l’attenzione all’inclusione non viene considerata un’aggiunta, ma un criterio fondamentale. Inoltre, monitoro costantemente le esperienze dei visitatori e raccogliamo feedback per capire come migliorare ulteriormente. L’obiettivo è offrire esperienze coinvolgenti e varie, ma sempre sicure e accessibili. A volte le caratteristiche di alcuni passaggi del gioco rendono difficile questa sfida: in questi casi si procede sfruttando il gioco di squadra nel gruppo oppure stimolazioni alternative.

E invece, a livello operativo e quotidiano, qual è l’impatto della sua scelta?

L’impatto è molto positivo. Il team ha sviluppato una maggiore sensibilità e prontezza nell’accogliere gruppi diversificati, offrendo supporto dove necessario e adattando alcune dinamiche di gioco in base alle esigenze specifiche. Dal punto di vista organizzativo, tutto questo richiede attenzione costante e talvolta qualche aggiustamento, ma il risultato è un ambiente più accogliente per tutti e un pubblico più ampio e variegato. È un investimento che migliora la qualità del servizio in modo evidente.
Oggi nella nostra sede disponiamo di tre escape rooms permanenti e di una sala eventi, tutta la struttura è interamente accessibile e veicoliamo le informazioni sull’accessibilità in modo chiaro già dal sito internet in modo che in fase di prenotazione ognuno possa scegliere ciò che gli piace e che è idoneo alle proprie necessità.
Negli anni hanno giocato con noi persone con stampelle, carrozzella, non vedenti e non udenti e la nostra missione è sempre stata far divertire tutti, indipendentemente da quali fossero i modi di muoversi o di comunicare, sempre ragionando non nell’ottica “tutto per tutti” ma “qualcosa per tutti” perché solo così è stato possibile coniugare dinamiche narrative con esigenze e situazioni specifiche. Ricordo, per esempio, giocatori non vedenti che in situazione di buio o, anche solo, di ascolto, erano molto più performanti di giocatori che, in assenza di queste potenziali barriere, venivano distratti da altri stimoli, inutili, e risultavano per questo più in difficoltà.

Quale messaggio vorrebbe lasciare ad altre imprese cultural-ricreative che stanno valutando investimenti in accessibilità?

L’accessibilità non deve essere vista solo come un limite alla creatività, ma come una sfida aggiuntiva per rendere una bella esperienza possibile per il più grande numero possibile di persone. Rendere un’esperienza fruibile da più persone significa ripensarla in modo più intelligente, più raffinato e più umano.

Noi siamo una delle più piccole escape rooms di Milano, non siamo una grande azienda, eppure con attenzione e sensibilità siamo riusciti a muovere enormi passi. Facendo piccoli interventi, un po’ alla volta, siamo arrivati a fare la differenza enorme per chi ne beneficia.
Soprattutto, l’accessibilità non è solo un impegno sociale: è un valore aggiunto che arricchisce l’offerta, aumenta la partecipazione e rafforza la reputazione di chi la abbraccia.

Vuoi rendere la tua impresa più accessibile?

Fino al 13 novembre 2026 potrai presentare domanda per accedere ai contributi del bando Filiera turistica sostenibile e accessibile 2025!

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