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Applausi Milano: un nuovo modo di vivere il teatro

Se il pubblico è silente e passivo il teatro rischia di parlare a se stesso, e quindi di perdere di vista il ruolo civile che gli spetta per natura

Questo è il valore del pubblico a teatro, ancora oggi.

Questa è l’idea che ha ispirato Applausi Milano l’innovativa piattaforma che nasce dalla volontà di far conoscere ai milanesi la vastissima proposta teatrale offerta dalla loro città e, parallelamente, dall’intento di dare un ruolo attivo alla variegata platea dei teatri milanesi.

Scopriamo di più insieme a Chiara Mignemi, l’ideatrice e la principale responsabile della piattaforma.

Chiara Mignemi, ideatrice e principale responsabile della piattaforma Applausi Milano

Com’è nata l’idea di Applausi Milano?

Alla base del progetto c’è la passione di Chiara per il teatro, una passione che ha avuto modo di crescere ed essere coltivata. “Frequento il teatro fin da adolescente; ho approfondito il tema della relazione tra pubblico e teatro durante gli anni universitari e ho poi portato avanti la mia indagine in veste professionale, collaborando con testate di critica e associazioni culturali”.

Dagli studi di Chiara è emerso in primo luogo che gli spettatori non assidui di teatro percepiscono nei confronti di questa forma d’arte un senso di inadeguatezza.

“La reputazione “intellettuale” del teatro rischia di intimidire il pubblico, che finisce così per non frequentarlo o, nel migliore dei casi, frequentarlo passivamente, censurando il proprio parere su quanto ha visto in scena” – ci spiega Chiara.

“Un atteggiamento nettamente opposto a quello assunto dagli spettatori dagli albori del teatro fino alle epoche più recenti, le cui testimonianze storiche ci parlano di una comunicazione esplicita tra artisti e pubblico, non di rado difficile, ma sempre trasparente. Mi riferisco all’Antica Grecia, alla Golden Age, agli spettatori di Goldoni” – aggiunge Chiara.

Quali sono i punti di forza del progetto?

“Per fortuna oggi gli artisti non sono costretti a interrompere le esibizioni per colpa di un pubblico troppo chiassoso o perché sopraffatti dall’avvento di giocolieri che ammiccano alla platea (come accadde, a suo dire, al povero Terenzio); ma cosa se ne fanno di un applauso “educato”, cordiale, ormai svuotato di senso? Che mezzi hanno per valutare il gradimento della propria proposta artistica?”

E’ per questo motivo che Applausi, oltre a proporsi come agenda culturale, offre agli utenti la possibilità di valutare gli spettacoli visti con stelline e commenti (strumenti ormai noti a tutti): tramite queste funzionalità gli utenti sono invitati ad esprimere il proprio parere senza necessariamente esporsi pubblicamente, in modo che gli artisti possano ricevere giudizi veritieri sui propri lavori, fornendo al tempo stesso un ottimo strumento orientativo per chi desidera scoprire nuove proposte.

“Dalle mie ricerche è emerso infatti che il “passaparola” rimane, tra le strategie di coinvolgimento, quella più efficace: si tende a pensare, e credo a ragione, che se uno spettacolo è piaciuto ad altri, valga la pena vederlo.” – commenta Chiara.

Applausi cerca di dare risposta anche ad un altro problema: non per tutti il teatro è di primario interesse; non tutti, dunque, sono disposti a imbarcarsi in ricerche lunghe e talvolta poco esaustive sulle pagine dei singoli teatri e, non tutti hanno il tempo e la voglia di esplorare nuove proposte.

Sulla piattaforma è presente la programmazione completa di tutti i teatri milanesi, in modo che l’utente abbia un’informazione esaustiva, sempre a portata di mano, e possa conoscere artisti e teatri di cui potrebbe non aver mai sentito parlare. Applausi vuole così dar voce a tutte le anime della realtà teatrale milanese.

Qual è stata la risposta da parte dei teatri?

La quasi totalità dei teatri ormai conosce l’iniziativa e, in varia misura, dialoga e collabora con Applausi.

“Il vero trampolino di lancio è stato un articolo pubblicato su una nota testata, proprio in concomitanza con l’uscita della piattaforma, grazie al quale abbiamo acquisito un’autorevolezza che avremmo altrimenti costruito in molto più tempo” – racconta Chiara.

E la risposta da parte del pubblico?

Anche il pubblico, fino ad ora, non è stato da meno.

Gli “utenti bersaglio” sono quasi esclusivamente milanesi, in primo luogo coloro che già vanno a teatro – “Solo in un secondo momento speriamo di attirare anche nuovi utenti. Abbiamo raggiunto un numero consistente di early adopters, finora superiore alle nostre aspettative” – aggiunge Chiara, entusiasta dei risultati raggiunti.

Quali sono le principali caratteristiche del pubblico dei teatri milanesi? E’ possibile secondo voi ampliarlo?

“Il pubblico milanese è principalmente femminile. Per quanto riguarda l’età media degli spettatori, essa dipende molto dalla proposta artistica dei teatri e dal loro impegno nel coinvolgere i giovani; alcuni teatri hanno accolto con molta serietà questa sfida e, in certi casi, con ottimi risultati”.

Oltre a questi macrofattori, ci sono altre caratteristiche che connotano gli spettatori teatrali milanesi, ma non si può fare un discorso generale: più si delinea il profilo dello spettatore, più delimitato ed esclusivo diventa il suo effettivo bacino d’interesse.

Per questo Nadia Stanzani, responsabile del brand e della comunicazione di Applausi, ha deciso di diversificare la strategia di promozione partendo dall’identificazione di personas differenti caratterizzate, in modo polarizzato, da uno status sociale e da uno stile di vita ben definito. In questo modo, una volta intercettati gli spettatori assidui, la piattaforma intende incuriosire un nuovo pubblico di persone che con il teatro hanno poca dimestichezza, ampliando così la community.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?

Applausi nasce come piattaforma, ma l’idea è che in futuro possa diventare un progetto di promozione culturale ad ampio respiro, fermi restando i principi che l’hanno ispirata.

“Oltre ad implementare le funzionalità dello strumento digitale, che è, e vuole essere, in costante evoluzione, vorremo rappresentare un punto di riferimento per la realtà teatrale della nostra, e magari di altre città”.

Applausi è un progetto ad alto impatto sociale: qual è il suo valore aggiunto, oltre al ruolo di vetrina per la cultura?

“Riteniamo che il valore aggiunto di Applausi stia nell’attenzione specifica che il progetto rivolge al pubblico, di cui troppo spesso viene dimenticato il ruolo imprescindibile nel processo linfatico del teatro stesso”.  Lo spettatore è spesso visto come cliente, al più come persona da educare e avvicinare al teatro; quasi mai come interlocutore prezioso cui affidarsi per condurre la ricerca artistica.

“Dare voce al pubblico, a nostro parere, significa animare il teatro di sano agonismo, farlo evolvere e preservarlo dal rischio della museificazione”. – aggiunge Chiara.

A tuo parere, cosa rappresenta il teatro all’interno dell’odierna società?

“Credo che il teatro, quando funziona, rappresenti anche nell’odierna società ciò che ha sempre rappresentato: un’assemblea di cittadini che, vis a vis, si confrontano, comunicando attraverso parola, corpo, immagini, musica, e tutte le suggestioni emozionali che l’arte dal vivo ci mette a disposizione”. – conclude Chiara.

Ci sono emozioni che solo il teatro può regalare.

 

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