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Etica e lavoro: il binomio vincente di Restworld

“Esiste (quasi) sempre la persona giusta per il giusto posto di lavoro ma la complessità sta in una comunicazione efficace”

“Perché non si trova staff nel settore della ristorazione?” – E’ questa la domanda di due giovani laureandi che ha dato origine prima alla loro Tesi di laurea, e poi alla loro startup.

Scopriamo di più insieme a Luca Lotterio, co-founder e CEO di Restworld.

 

Com’è nata l’idea di Restworld e a quali esigenze vuole rispondere la startup?

Restworld nasce da un progetto di Tesi di laurea. Io e Davide, entrambi iscritti al corso di laurea magistrale in psicologia del lavoro e benessere nelle organizzazioni, avevamo iniziato una ricerca sul territorio torinese per rispondere alla domanda “Perché non si trova staff nella ristorazione?” – racconta Luca.

Per cercare una risposta, i due ragazzi hanno svolto una ricerca con la collaborazione di oltre 100 ristoranti bar e hotel della città, che ha permesso loro di ragionare un concetto tanto semplice quanto complesso:

“Esiste (quasi) sempre la persona giusta per il giusto posto di lavoro (e viceversa) ma la complessità si trova nel riuscire a comunicare efficacemente la propria proposta lavorativa alla persona che potenzialmente potrebbe essere interessata. A maggior ragione in un mondo estremamente complesso come quello nel quale viviamo oggi, dove l’estrema frammentazione della comunicazione rende difficile comunicare alle giuste persone.”

 

Ma c’è di più: Restworld, fin dalla sua ideazione, è anche un progetto etico. Da dove nasce la scelta di dotarsi di un Codice Etico e quali sono gli obiettivi?

“Restworld, in quanto società benefit, si è dotata fin da subito di un Codice Etico, pensato come una carta dei valori e una dichiarazione di intenti, con il duplice scopo di comunicare all’esterno i principi e gli obiettivi del progetto e, allo stesso tempo, di porsi come guida interna per tutti coloro che partecipano alle nostre attività” – racconta Luca.

L’obiettivo del progetto è quello di favorire l’integrazione di una visione di carattere etico all’interno del settore Ho.Re.Ca. e, al contempo, di accrescere la consapevolezza delle aziende che vi operano.

Alla base vi sono: la lotta al lavoro irregolare, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la continua formazione e lo sviluppo di competenze specialistiche, la tutela del principio di leale concorrenza, la sostenibilità sociale ed economica dell’azienda e la valorizzazione delle diversità e delle pari opportunità. Ciascuno di questi obiettivi viene contestualizzato e spiegato all’interno del Codice Etico.

L’adesione al Codice Etico è requisito fondamentale per lavorare in Restworld, poiché garantisce la coesione interna del team e l’unitarietà d’immagine della società. Il successo dell’azienda dipende dall’impegno dei singoli e dalla condivisione di questi valori” – conclude Luca.

  

Cosa vi contraddistingue dalle agenzie del lavoro o dalle piattaforme di annunci?

“Parliamo di due lati opposti della stessa medaglia”. Da una parte le agenzie comportano costi esorbitanti per i clienti e, dedicandosi orizzontalmente a tutte le professionalità, non riescono a comprendere appieno le particolari necessità del settore Ho.Re.Ca.

Dall’altra, le piattaforme di annunci permettono di ottenere visibilità con un semplice “post”, ma queste non aiutano né nella fase di screening e selezione dei profili, né nel contattare i profili più adatti, comportando uno spreco di tempo enorme.

“Con Restworld abbiamo analizzato vantaggi e svantaggi dell’utilizzo di entrambi gli strumenti cercando di proporre una soluzione che andasse a offrire una suite di content creation per evitare errori nella creazione degli annunci, una scrematura dei candidati tramite algoritmi di matching, un servizio di qualità in termini di profili validati e consigliati. Il tutto con elevata precisione attraverso dei questionari strutturati e specifici, offrendo un supporto costante al cliente” – spiega Luca.

 

Restworld nasce nel 2020, poco prima dello scoppio della pandemia. Cosa ha rappresentato il periodo del lockdown per la vostra startup?

La società è stata fondata a febbraio 2020 e, nel giro di un mese, ci siamo ritrovati senza un mercato nel quale sperimentare, senza una certezza nel futuro, sconosciuti al mercato e con le porte chiuse in faccia da parte di investitori e fondi.” – spiega Luca.

“Cosa si poteva fare? Iniziare a farsi conoscere dal mercato attraverso la ricerca, attraverso i social e la condivisione di informazioni utili a chi in quel periodo stava realmente mettendo a dura prova la propria integrità sociale”.

Durante il lockdown, infatti, il team ha svolto ricerche coinvolgendo oltre 15.000 professionisti del settore ed ha iniziato a raccontarsi tramite un servizio di supporto e orientamento alle attività di ristorazione, chiamato Ristoritool, che ha aiutato gli imprenditori a districarsi tra gli infiniti percorsi burocratici per usufruire dei ristori. “Nel giro di un paio di settimane siamo entrati in contatto con oltre 2.000 attività, alcune delle quali oggi sono ancora nostri clienti”.

Poi finalmente, a marzo 2021, l’ingresso della startup nel mercato e la crescita del team fino a 20 persone, di cui 14 a tempo indeterminato.

 

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

L’obiettivo è quello di scalare il mercato italiano e consolidare la community che si sta creando intorno al brand di Restworld. Stiamo inoltre lavorando alla creazione di una Academy interna per formare customer success manager che lavoreranno a stretto contatto con ristoranti, bar e hotel di tutta Italia.

“Una volta raggiunto uno sviluppo della tecnologia adeguato, procederemo a muovere i nostri primi passi in Spagna, Francia e Portogallo, per portare anche in altre nazioni il nostro servizio.
Questo per un semplice motivo: vogliamo dare la possibilità a tutte quelle persone che amano viaggiare e vivere viaggiando di potersi muovere comodamente in nazioni diverse, tra un lavoro e l’altro grazie a Restworld, trovando le opportunità più adatte alle loro esigenze”.

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