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Numeri e dintorni

Giovani e lavoro in Lombardia

La Lombardia meglio della media italiana in tema di disoccupazione giovanile, ma in Europa c’è ancora tanta strada da fare. Questo il verdetto emerso da un’analisi svolta dalla Camera di Commercio di Milano su dati Istat 2016 e Eurostat 2015.

Un po’ di numeri

Il tasso di disoccupazione in Lombardia per chi ha dai 15 ai 29 anni nel 2016 si attesta sul 18,7 %, in netto miglioramento rispetto al dato dello scorso anno (20,8%). Secondo lo studio, in Lombardia ci sarebbero più possibilità lavorative rispetto alla media italiana, il cui tasso di disoccupazione giovanile è ancorato sul 28.4%. Milano in linea col dato regionale (18,6%), più alte invece le percentuali relative a Mantova e Varese (23,6 e 23,8%). I trend più positivi si riscontrano a Pavia (14,3%), Bergamo (14,9%) e Sondrio (15,1%).

Il dato relativo alla Lombardia non è altrettanto entusiasmante, tuttavia, se si sposta l’attenzione sul panorama europeo. Il tasso medio di disoccupazione della regione, nella fascia d’età fino ai 25 anni, è del 31%, contro un 20% dell’Unione Europea. Molto meglio il Veneto che, per la stessa fascia d’età, “vanta” una disoccupazione del 24,6%. Modelli virtuosi ci giungono come sempre da Germania (7,2%), Austria (10,6%), Danimarca (10,8%), Paesi Bassi (11,3%) e Regno Unito (16,6%), con particolari picchi nelle regioni tedesche della Baviera (solo 4,2%) e del Baden-Württemberg (6,1%).

Giovani e lavoro: trend e opportunità

Aldilà dei numeri e del dato, comunque incoraggiante, che emerge dallo studio, quella che riguarda giovani, lavoro e disoccupazione è una questione molto annosa. Ed è importante concentrarsi su due principali elementi che stanno a monte di quest’analisi:

1) da un lato l’atteggiamento dei giovani rispetto al lavoro e il loro potenziale all’interno di un discorso di rilancio economico;

2) dall’altro il modo con cui le aziende e il sistema lavoro nel suo complesso stiano sfruttando tali potenzialità.

I due temi inevitabilmente si incrociano, fornendoci importanti spunti d’analisi.

I giovani, senza dubbio, rappresentano il punto di riferimento da cui ripartire per rilanciare le economie sia a livello locale e regionale, sia a livello nazionale. Il gap tra scuola (ma anche università) e mondo del lavoro tuttavia è molto ampio e per questo le aziende dovrebbero farsi interpreti di un ruolo più attivo nella formazione dei giovani e nel loro inserimento lavorativo.

Tra le iniziative volte a favorire una tale sinergia e quindi valorizzare le potenzialità delle nuove generazioni, la Camera di Commercio si fa partner e promotrice di tre interessanti progetti, già noti agli addetti ai settori:

alternanza scuola-lavoro

apprendistato formativo

– tirocini di Garanzia Giovani

Tali iniziative finalizzate all’inserimento lavorativo, offrono molteplici vantaggi e opportunità non solo al giovane in cerca di occupazione, ma anche all’impresa o organizzazione che intende assumere.

Aziende e nuove generazioni: obiettivo valorizzare

Il giovane vede aprirsi un percorso graduale di inserimento occupazionale, in cui poter acquisire fin da subito esperienza, competenze e responsabilità. L’impresa, dal suo canto, può contare su una nuova risorsa in possesso di tutte quelle conoscenze utili per ripensarsi, evolversi e aprirsi a un mercato internazionale.

Le nuove generazioni possiedono infatti il know-how necessario per rispondere alle sfide che il contesto digitale e tecnologico impone alle aziende. Ma questo know-how non è sempre valorizzato e ciò si riflette in due aspetti:

– dal lato prettamente numerico, come evinto dall’indagine camerale, il tasso di disoccupazione giovanile resta alto rispetto alla media europea (stando ai numeri del Young Workers Index 2016, l’Italia sarebbe addirittura all’ultimo posto tra i 24 Paesi Ocse);

– da un lato pratico, invece, l’approccio all’esperienza lavorativa di queste nuove generazioni (“Millenials”, “Twentysomething o “Generazione Z”) è radicalmente opposta rispetto a quelle passate.

Occorre sfruttare tali potenzialità, come fare?

Lombardia e Milano hanno già fornito importanti risposte in tal senso, sensibilizzando le imprese alla gestione e alla valorizzazione dei giovani e presentando loro le opportunità e i vantaggi nell’introdurre giovani in azienda. Anche così va letto il calo di disoccupazione giovanile registrato negli ultimi anni nella regione. Come testimonia il gap con gli altri Paesi europei, tuttavia, la strada è ancora lunga, ma il sentiero intrapreso è sicuramente quello giusto.

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