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L'Età Ibrida

L’Età Ibrida – Secondo Tempo

Secondo Tempo
Ormai non ci prendono più

Quanto tempo siamo rimasti negli spogliatoi?

Sembrano passati ben più dei quindici minuti regolamentari, sembra passato un anno o forse di più. L’abbiamo chiamato il tempo sospeso, quello della pandemia: i mesi dell’attesa, in cui i cronometri si sono fermati e i riferimenti sono cambiati all’improvviso.

Ci siamo detti che era il momento giusto per riflettere, per cambiare strategia. Ce lo siamo detti anche nella prima edizione de L’Età Ibrida, in cui ci sentivamo alla vigilia di una nuova era, una non più regolata dalle solite leggi del mondo. E allora abbiamo iniziato a studiarla, questa epoca, a mapparne i confini. Un po’ di cose le abbiamo capite: tanto per cominciare ci servono parole nuove per descriverla ma anche nuovi significati per parole antichissime; poi ci siamo resi conto che per attraversarla è necessario cambiare le regole del gioco, o forse guardare lo stesso gioco con nuovi occhi. Ma soprattutto abbiamo capito che la vigilia è passata, che ormai siamo entrati a pieno titolo nell’Età Ibrida e che, anzi, ci sguazziamo dentro.

Insomma, siamo nel Secondo Tempo di questa epoca, quello dopo gli spogliatoi, quello in cui si può ancora ribaltare il risultato. Non ci prendono più, disse Pertini esultando il gol di Altobelli che segnò il 3-0 contro la Germania Ovest, durante la finale dei Mondiali del 1982. Ormai non ci prendono più, nonostante un primo tempo disastroso, nonostante la squadra avversaria fosse campione d’Europa in carica, nonostante tutti i pronostici.

Il secondo tempo è il tempo del riscatto.

Un tempo in cui bisogna provare nuove strade, mettersi in gioco davvero.

Le competenze che abbiamo coltivato tutta la vita non bastano più: servono nuove prospettive, nuove sensibilità.

Nel commercio questa transizione si sta facendo sempre più urgente, delicata. Perché chiunque voglia stare sul mercato oggi non può ignorare le nuove dinamiche che regolano il consumo: l’incertezza e la metamorfosi che stiamo vivendo deve servire da forza propulsiva, da motore per un cambiamento ormai necessario.

Con il Secondo Tempo dell’Età Ibrida proviamo a fare questo, a ragionare su quel che c’è ancora da fare, sui contorni di quest’epoca che dobbiamo imparare a decifrare, su come ripartire.

Il bello è che lo facciamo insieme.

Con noi ci saranno tante aziende che hanno già incarnato lo spirito del secondo tempo: aziende che non si sono mai fermate, neanche durante i lockdown, ma che hanno dovuto reinventarsi, oppure imprese che hanno subito una battuta d’arresto e che sono state capaci di ripartire. E non soltanto in termini di fatturato, ma anche (e forse soprattutto) di innovazione, di sviluppo e di impatto positivo sulla società.

Ma non solo: perché con noi ci saranno anche ospiti preziosi, persone con cui esplorare i confini del nuovo tempo. Manager, esperti di marketing, pionieri della contemporaneità sui temi dell’innovazione digitale e delle tecnologie 4.0 ci accompagneranno insieme a giuristi, giornalisti e comunicatori. Tante professioni diverse per raccontare le diverse facce del fare mercato oggi.

Il Secondo Tempo inizia il 21 giugno, il giorno più lungo dell’anno.

(E speriamo che sia di buon auspicio per ripartire).

Parleremo di impatto, dei modelli che ci possono aiutare a calcolare l’effetto che un’azienda ha sul territorio e sulla propria comunità di riferimento. Un impatto che sia concreto, misurabile e (certo) positivo. Per l’ambiente, ma anche per la cultura che promuove, perché ormai l’abbiamo capito: chi acquista oggi vuole sostenere realtà per cui i profitti valgono quanto i diritti.

Con noi ci sarà Franco Anelli: giurista e avvocato, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un’istituzione che celebra il centenario della propria fondazione con un’espressione a mo’ di “età ibrida”: Le parole del futuro le scriviamo insieme. Il messaggio è chiaro: per ripartire davvero è necessario ripartire insieme, ripartire tutti, affrontando questo tempo stretti in un’unica comunità.

Quando parlo di noi parlo di tantissime persone, prima di tutto la Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi che ci ha permesso di sviluppare questo percorso di formazione trasversale, sui generis. Poi di tutti i protagonisti della scorsa edizione de L’Età Ibrida: Nicolò Andreula e Giulio Xhaët, Vera Gheno, Assunta Corbo e Luciano Floridi. Grazie per averci accompagnato per un pezzo di questo percorso, speriamo che questo Secondo Tempo possa essere altrettanto emozionante. Ma in questo noi ci sono anche tutti i protagonisti della prossima stagione (non ve li diciamo mica tutti adesso, eh) e soprattutto Marisandra Lizzi, founder di Mirandola Comunicazione e iPress, osservatrice attenta della cultura digitale di questo Paese e mia instancabile compagna di viaggio.

Ci troverete sempre in quello spazio ibrido che abbiamo conosciuto bene lo scorso anno, né solo online né solo fisico. Per registrarvi potete andare qui. La nostra casa sarà il Palazzo Giureconsulti, l’epicentro della vita sociale, commerciale e culturale di Milano. Un edificio che ha ospitato la prima Borsa Valori della città e poi gli uffici del Telegrafo, tenendo insieme due anime: quella del mondo economico e quella della comunicazione. Il luogo ideale per studiare questo nuovo modo di stare sul mercato, questo Secondo Tempo che ci troviamo a giocare, dove le logiche dell’iperconsumo vengono superate da un amore per la società e da un impegno concreto per affrontare le tematiche più urgenti del pianeta.

Perché, davvero, non ci riprendano più.

Ormai ci siamo dentro a questo nuovo tempo, non possiamo più ignorarlo: ci siamo scambiati la metà campo, l’arbitro sta fischiando, siamo pronti per dare il calcio d’inizio.

Paolo Iabichino

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