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2014

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La tutela dei nomi a dominio dalla pirateria informatica

 WWW, quanto vali: i danni da cybersquatting

Sarà capitato a tutti di digitare in modo errato il nome a dominio di un sito web: ad esempio goggle.it al posto di google.it oppure yotube.com al  posto di youtube.com. In molti di questi casi, il risultato è quello di approdare su un dominio diverso da quello originariamente cercato, ma somigliante, ad esempio, per l’uso di loghi o di una struttura delle pagine web  volutamente simile. E spesso, dietro questo meccanismo, si nasconde la malafede.

E’ il fenomeno del “Typosquatting”, che conta sull’errore di digitazione dell’utente per trarne profitto, prevalentemente inserendo pubblicità nel  sito typosquatted

Questa pratica illecita rientra in una più diffusa categoria di atti di pirateria on line, il cybersquatting .Il termine indica l’appropriazione di un nome a dominio da parte di chi lo registra senza averne alcun diritto, una pratica resa possibile dalla regola “first come, first served” che prevede l’assegnazione del nome a dominio  al primo che ne fa richiesta, anche se si tratta di un soggetto non autorizzato.

Considerato il ruolo determinante che i nomi a dominio  hanno ormai per il riconoscimento dell’impresa nel mondo di internet e, di conseguenza, per la messa a punto di strategie di marketing efficaci, risulta evidente quali danni possano provenire da atti di pirateria informatica come appunto il cybersquatting di cui si parlerà nel prossimo seminario della Camera Arbitrale di Milano il 31 gennaio, determinano di fatto l’impossibilità per l’azienda di disporre di un nome a dominio associato al proprio marchio esponendola a ipotesi di concorrenza sleale e sviamento della clientela.

Giusto per dare qualche numero, i nomi con il dominio.it superano ormai i 2.5 milioni e come si rileva dai casi gestiti da CAM di Milano sin dal 2008, i casi di registrazione da parte di chi non ne aveva titolo, sono numerosi e riguardano i casi più diversi, dalle banche ai supermercati alle aziende di abbigliamento. Un esempio? Il caso del nome a dominio riconducibile a una nota maison di abbigliamento: è stato registrato in modo fraudolento da un terzo e chi lo digitava, veniva reindirizzato sul sito di commercio on line di questo soggetto, che otteneva quindi visibilità e vantaggio commerciale da questa indebita  “appropriazione” aggravata dal fatto di non avere nessun tipo di legame con l’azienda a cui il nome a dominio registrato faceva esplicito riferimento.

Nomi a dominio.it – Come ottenere la riassegnazione

Riappropriarsi di un nome a dominio però è possibile. Come? Con la procedura di riassegnazione che, nel caso di un dominio.it, in Italia può essere effettuata presso la Camera Arbitrale di Milano  in poche settimane e con costi ridotti. L’azienda speciale della Camera di Commercio è l’unico ente pubblico accreditato per gestire questo tipo di pratiche presso il Registro.it, cioè l’anagrafe dei domini internet.it e, dal 2008 ha amministrato circa 100 casi.

Naturalmente, devono esistere alcune condizioni necessarie per poter attivare questa procedura da parte di chi ritiene di avere diritto all’uso di un nome a dominio registrato dagli altri in malafede.

Tra queste, il possesso dei requisiti per la registrazione di un nome a dominio.it da parte della persona fisica o giuridica che avvia la procedura, il fatto che il nome a dominio contestato sia identico o tale da indurre confusione rispetto a un marchio, un segno distintivo aziendale o un nome e cognome, la possibilità di dimostrare che l’attuale intestatario non ha alcun diritto rispetto a quel nome a dominio o lo utilizza in malafede.

Nel 2012, la Camera Arbitrale di Milano ha chiuso il 90% delle procedure con la riassegnazione del nome a dominio, impiegando per ognuna circa 2 mesi. I costi del servizio dipendono dal numero di nomi a dominio che si intende contestare e dal numero di componenti dell’organo giudicante. Si parte da 1200 euro per un nome a dominio e sono previste tariffe ridotte se, con un solo reclamo ne vengono contestati più di sei.

La riassegnazione dei nomi a dominio.it è comunque una procedura stragiudiziale che non preclude quindi la possibilità di ricorrere successivamente alla magistratura o all’arbitrato.

Milano capitale dell’innovazione a cavallo tra due Expo

acquarello di expo 1906Correva l’anno 1906: Giosuè Carducci, primo italiano, vinceva il nobel per la Letteratura, eruttava il Vesuvio, nasceva la Federazione Calcio Torino e si teneva la prima edizione delle Targa Florio.  

E Milano? Nel 1906 la città meneghina ospitava il primo Expo italiano. L’evento “fratello maggiore” di Expo2015  si svolse infatti tra aprile e novembre di quell’anno e, com’è palpabile  anche da alcune cronache del tempo ,  l’atmosfera era quella delle grandi occasioni, con la consapevolezza che si trattava di un’opportunità imperdibile per il futuro della città.  

Allora come ora. Nel 1906 con la scelta del “trasporto” come tema dell’Esposizione universale, Milano ha potuto ribadire la sua centralità nel sistema delle connessioni materiali nazionali e internazionali e l’innata capacità di stare al passo con l’innovazione e il progresso tecnologico. Tutti i simboli di questo Expo dei primi ‘900 vanno infatti in questa direzione: dal simbolo per eccellenza cioè il Traforo del Sempione, inaugurato quell’anno e al centro delle celebrazioni sino ad alcuni capolavori di infrastruttura come la ferrovia sopraelevata che congiunse, nei mesi dell’Expo1906, le due aree espositive del Parco Sempione e di Piazza delle Armi.  

E  di questo effervescente senso di progresso e sviluppo, si può avere ampio riscontro nell’iconografia dell’epoca: manifesti, cataloghi, affissioni, che è possibile consultare nel volume dedicato ai marchi di fabbrica presso la Biblioteca della Camera di Commercio di Milano  .

Oggi, in uno scenario ormai divenuto globale, Expo2015 consentirà a Milano di mostrare la sua leadership anche nei flussi delle reti immateriali, quelli delle conoscenze e delle competenze. Il tema scelto “Nutrire il pianeta, energia per la vita” sarà interpretato infatti in maniera interdisciplinare, dando corpo e visibilità da una parte alle innovazioni e alle nuove tecnologie che ruotano intorno a questo mondo e, promuovendo, nello stesso tempo, un dibattito avanzato sui temi della sostenibilità, della sicurezza, della corretta alimentazione. 

E quale impatto avrà sul  territorio? Secondo una ricerca di Camera di Commercio di Milano e Società Expo2015 l’indotto economico dell’Esposizione universale potrà essere di 102mila nuovi posti di lavoro a Milano, 27mila nel resto della Lombardia su un totale nazionale di 191mila, e solo per citare qualche altra cifra, una produzione aggiuntiva di 12,7 miliardi nel milanese, su un totale nazionale di 23,6 e lombardo di 15,8.

Expo 1906 toccò la cifra record di oltre 5 milioni di visitatori. Per Expo 2015 ne sono attesi oltre 20 milioni.

A cento anni di distanza, il nuovo secolo per Milano inizia da un evento globale, non c’è due senza tre?  ai milanesi del  2100 la risposta