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Assistenze Specialistiche

Assistenza Specialistica Obiettivo estero: il servizio gratuito per l’internazionalizzazione

L’Assistenza Specialistica Obiettivo estero è uno dei servizi di primo orientamento gratuito delle Assistenze Specialistiche che la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi mette a disposizione di imprese e start up del territorio,  che hanno come obiettivo l’internazionalizzazione e che desiderano, quindi, acquisire nuove competenze e strumenti per sviluppare il proprio business sul mercato globale.

Questo servizio di orientamento è nato grazie ad una collaborazione pluridecennale con Promos Italia Scrl e Unioncamere Lombardia, rappresentata dai due esperti che abbiamo intervistato proprio sul tema dell’internazionalizzazione: Gian Luca Giussani e Massimiliano Mercurio.

Gian Luca Giussani, Dott. commercialista, Consulente d'impresa – Unioncamere Lombardia
Massimiliano Mercurio, Doganalista e consulente in commercio internazionale - Unioncamere Lombardia

L'internazionalizzazione si è fermata? Quali necessità hanno le pmi?

Gian Luca Giussani

Lavoro da vent’anni per Promositalia come consulente ed ho visto tutta l’evoluzione del processo, le mode e le tecniche di internazionalizzane delle pmi. Posso confermare che il processo di internazionalizzazione non si è fermato a causa dello stop delle produzioni e dei vari lockdown. Esso è in continua evoluzione e sta cambiando molto velocemente, insieme ai processi di digitalizzazione e innovazione.
L’economia ha rallentato ma molte aziende sono andate avanti per cercare di essere competitive e di sopravvivere.

Il vecchio modello di fare internazionalizzazione è superato, mentre altri, anche molto piccoli, come il negoziante che prima della pandemia non aveva mai pensato di vendere on line, con l’e-commerce, abbinato alla digitalizzazione e l’innovazione, hanno fatto il salto di qualità. So che non può essere la soluzione per tutti, ma per chi è riuscito ad utilizzarla, l’internazionalizzazione insieme al binomio innovazione-digitalizzazione, è cresciuto.

C’è molta consapevolezza delle nuove necessità di cambiamento.
Le aziende mi chiedono sempre di più informazioni a 360 gradi, riguardo tematiche di natura fiscale-amministrativa e finanziaria, sulle strategie in questo ambito. Quindi, dopo le informazioni sulla Brexit, ora regole dell’Unione Europea, sul commercio elettronico, su come fare in seguito all’inasprimento dei controlli doganali e sugli oneri per esportare, oltrechè sulla creazione di start up.
Ci sono poi le nuove normative covid e su questo mi chiedono una formazione adeguata.

 

Massimiliano Mercurio

Dato che sono un doganalista, di recente il supporto che mi richiedono riguarda le novità sulla Brexit.
La Gran Bretagna è il 4° partner commerciale dell’Italia, per interscambio. La metà delle imprese che operano con il Regno Unito non hanno mai intrattenuto rapporti con Paesi terzi. E non si erano mai preoccupati di trovare altri sbocchi. Quindi ora hanno dovuto informarsi sugli accordi con altri paesi per gli scambi commerciali. Invece ci sono molti temi nuovi che devono essere affrontati, tematiche che non sono mai state gestite prima.

Sempre sul tema Brexit, segnalo che l’Agenzia delle Dogane è da ultimo intervenuta con la circolare 49/2020 per ribadire il necessario rispetto della normativa in ordine all’ufficio doganale a cui presentare le dichiarazioni di esportazione, e per segnalare alcune facilitazioni operative, in particolare la possibilità di richiedere autorizzazioni per operazioni temporanee in “procedura semplificata” e per la concessione di autorizzazioni ad operare presso “luogo approvato”, ovvero presso la sede dell’impresa.

Quali sono i principali cambiamenti che ha colto dopo il covid?

Gian Luca Giussani

Con la pandemia c’è stata una spinta fortissima verso cambiamenti che erano già in atto o che si pensava di porre in essere, ma non si aveva ancora avuto il modo e la volontà di farli. Penso ai processi di lavoro, lo smartworking e anche il passaggio generazionale. Un argomento questo molto delicato che di solito richiede molto tempo e che in questo caso, per “necessità digitale”, ha accelerato verso le nuove leve, scardinando la zona di comfort di governance dell’azienda che magari andava avanti (pur bene) per inerzia.
Altre cose invece non cambieranno, come per esempio il peso della Cina, che è già da sei mesi a pieno ritmo economico e che non potrà che crescere ancora.

Massimiliano Mercurio

Con la pandemia c’è stato un rallentamento degli scambi per le chiusure delle produzioni che hanno comportato un freno sugli ordinativi e sugli scambi. Una flessione, sia in import sia in export, e ne hanno patito soprattutto i soggetti che importano per approvvigionarsi, perché tutta la Cina e il Far East non producevano, a beneficio di quei pochi come i big del commercio on line, chi opera nella logistica e nel biomedicale..
Si sono dovute rivedere tutte le prassi aziendali. Oltre allo smartworking, anche le nuove modalità di relazionarsi e di gestione del business hanno imposto di ripensare alla modalità di lavoro in generale, nuovi rapporti tra dipendenti e datori di lavoro.
Una cosa positiva a mio avviso è stato constatare che agli eventi di formazione, come quelli che si tengono in Camera di commercio, magari prima qualcuno era impossibilitato a partecipare per motivi logistici, mentre ora con i webinar tutti hanno avuto la possibilità di non perderli, risparmiando tempo.

 

Come vede lo scenario? Cosa hanno imparato le imprese?

Gian Luca Giussani

Credo che ce la farà chi saprà cambiare e coniugare innovazione, digitalizzazione e internazionalizzazione, che per la Lombardia sono aspetti da sempre fondamentali. Oltre all’attenzione per il green e l’economia circolare. Siamo creativi e aperti al cambiamento.
La moda è andata on line e potrà e dovrà convivere con l’off line. In tutti i settori, dal manifatturiero al meccanico, le aziende che hanno nel dna il cambiamento e che sanno dove andare a trovare le risorse (le facilitazioni finanziarie, i bandi, il recovery plan ecc…) ce la potranno fare.

Massimiliano Mercurio

Hanno imparato tra le varie cose che dipendere da uno solo (Paese o fornitore), non è opportuno.
Avere rapporti commerciali solo con uno (sia come forniture sia come scambi), non va bene. Chiunque dovrebbe evitare l’esiguità di parterre di fornitori, laddove un singolo abbia applicato restrizioni prima di altri. Anche per i clienti, meglio tanti piccoli che uno grosso.

C’è poi un gran trambusto nel mondo dei trasporti. Fare arrivare i container dalla Cina è più complicato, si sono triplicati gli oneri, oltre al problema degli slot e l’organizzazione per spedire le merci. Il tutto con aggravio di costi per il consumatore finale.
La Cina è un fornitore globale e un mercato fondamentale per qualsiasi Stato. E si è imparato anche che nessuno si salva da solo.

Le imprese hanno dovuto tamponare il deficit generalizzato a livello globale, e non tutte hanno potuto trovare soluzioni adeguate. Ci sono state tante chiusure purtroppo.
Tra molti che ci hanno rimesso, altri, che si sono riconvertiti o che erano in campi non penalizzati dalla pandemia, come l’informatica e il biomedicale – che sono un’assoluta minoranza – ne hanno beneficiato.

Sulle prospettive, ci sono segnali positivi sull’internazionalizzazione grazie alla campagna vaccinale. Le prospettive non sono così funeste, attendiamo il rimbalzo dell’economia. Su quali paesi e quali settori il rimbalzo sarà più evidente? Credo i settori trainanti storicamente, quindi votati all’import-export.

Vuoi saperne di più sui servizi messi a disposizione dall’Assistenza Specialistica Obiettivo estero?

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