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Big Data e aziende italiane: a che punto siamo?

Big Data

L’ISTAT ha recentemente dichiarato che le interviste al telefono saranno affiancate e integrate da un maggiore utilizzo dei Big Data

Con “Big Data” s’intende il patrimonio d’informazioni cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, in termini di volumi, velocità e varietà.

L’analisi dei Big Data, il cui valore di mercato ha raggiunto quota 790 milioni di euro, è diventata la chiave per comprendere come si muovono i clienti; per le aziende questo significa ridurre costi e tempi.

A conferma di questa tendenza, secondo una ricerca degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, per più della metà degli imprenditori italiani la gestione degli analytics è una priorità d’investimento e, secondo Accenture, i Big Data sono considerati molto importanti per l’identificazione di nuove fonti di reddito.

Se da una parte l’utilizzo di Big Data è frenato da una serie di questioni ancora aperte, come privacy, competenze analitiche e tecnologiche, fonti d’accesso, dall’altra parte sembra che la transizione delle aziende verso il digitale sia necessaria per la loro sopravvivenza.

Verizon, a questo proposito, in un report del Settembre 2015 offre tre consigli su come adattarsi al digitale:

  • creare l’ambiente tecnologico adatto all’azienda, anche solo rinnovando ciò che è già in uso, ponendosi obiettivi realizzabili e utili per il business;
  • semplificare l’accesso ai dati tramite la tecnologia cloud, attraverso infrastrutture wireless che migliorino la user experience, con lo scopo di rendere più facile e integrabile il lavoro dei diversi settori;
  • usare partner fidati per raggiungere gli scopi designati. Il 48% dei manager intervistati dichiara di sentire necessario implementare una strategia multi-aziendale per soddisfare le proprie necessità; importante, quindi, associarsi ad aziende fidate e performanti per raggiungere facilmente gli obiettivi prefissati.

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