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Imprenditori si nasce o si diventa?

 La nuova vita di una società tipografica grazie ad un innovativo business legato alla stampa e gestione di bollette; il successo di una società di strumenti per l’anatomia patologica  ottenuto con la vendita di speciali lamette di produzione giapponese; lo sviluppo di una linea per biciclette accanto ai tradizionali prodotti per le 4 ruote: c’è “fame”, determinazione e passione nelle testimonianze raccolte da Stefano Castelli e Roberta Garruccio nel volume “Imprenditori” che prova a rispondere all’interessante interrogativo: Esiste una personalità imprenditoriale? In altre parole, imprenditori si nasce o si diventa?

Una risposta univoca è difficile. Di certo conta l’aria che si respira: l’atmosfera da Silicon Valley può essere contagiosa, così come, tornando in Italia, la tradizione imprenditoriale di una realtà come Milano può fare la differenza. Ma questo non basta

Diventare imprenditore richiede una strategia precisa composta da un mix di fattori riconducibili a cervello e disciplina, come suggerisce Vito Frugis nelle prime pagine di “Inventarsi un’impresa”, libro scritto insieme a Paolo Gila. E così se l’idea, il coraggio e l’audacia sono fondamentali,  risultano indispensabili qualità cognitive e psicologiche come pazienza, autostima, curiosità per affrontare e superare con successo tutte le necessarie incombenze e i momenti di difficoltà di cui è costellato il percorso di creazione di un’impresa.

Insomma, l’idea da sola non basta. La “best way”  per realizzare il proprio sogno imprenditoriale passa da una buona analisi delle proprie competenze, dei settori in cui è atteso uno sviluppo e  da una certa dose di originalità come nel  caso, descritto sempre da Paolo Gila, del titolare di un negozio di formaggi che ha personalizzato l’offerta regalando cravatte ai clienti più fedeli, a testimoniare che possono esistere spazi per nuovi business anche nei settori più tradizionali.

Il momento di crisi può anzi rivelarsi un alleato per chi, spinto da vocazione o da necessità, decide di avviare un’impresa. Impone di aguzzare l’ingegno e cogliere le opportunità a disposizione. Una prova? Le nuove imprese create in Lombardia da   persone in difficoltà occupazionale con il supporto del progetto START, di cui si annuncia a breve una nuova edizione.

E di opportunità, soprattutto per i giovani che vogliono dare forma alloro sogno imprenditoriale, in questo momento ne esistono diverse. Le start up  sono al centro di una rinnovata attenzione e il Decreto Sviluppo bis  prevede la possibilità, per le cosidette start up innovative, di iscriversi in un apposito registro beneficiando di procedure semplificate e oneri fiscali ridotti, senza contare poi le numerose opportunità di finanziamento  che enti come la Camera di Commercio di Milano mettono a disposizione di chi decide di scommettere in un’impresa.

E allora, forse questo è il momento giusto ( o obbligato)  per partire. Voi cosa ne dite?

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