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Invenium Legaltech, la startup che unisce il mondo legal al mondo finanziario

Un fatto è indiscutibile: la tecnologia si evolve ogni giorno e consente di affrontare in modo molto diverso – e potente! – processi di analisi, di decisione, di gestione: questa grande opportunità deve essere tuttavia governata saldamente, a piena tutela dell’individuo e dei sistemi economici”.

Cosa accade quando il mondo del credito e della finanza si scontra con le rivoluzioni dettate dalle nuove tecnologie che stanno- inevitabilmente – cambiando la visione del mondo?

Ce lo racconta Paolo Colombari, CEO e Co-founder di Invenium Legaltech, la startup che unisce il mondo legal al mondo finanziario, grazie ad una visione dei due settori al passo coi tempi ed innovativa.

Com’è nata l’idea della startup e quando?

“L’idea di rinnovare e ripensare profondamente il mondo del recupero crediti internazionale è nata da un incontro: Claudio Mombelli – fondatore di Invenium, società attiva già dal 1996 nel credit management internazionale – è sempre stato un innovatore, un precursore” – è così che Paolo inizia il suo racconto.
Dalla cooperazione tra Paolo e Claudio, dal 2017, è nato un confronto sempre più ricco tra il settore “super -specializzato” del recupero crediti esteri (il settore di Claudio) e il mondo della gestione crediti bancari non-performing (nel quale Paolo ha lavorato per oltre 20 anni) che, negli ultimi 5/6 anni ha conosciuto una notevole trasformazione: investimenti, tecnologia, scenari completamente nuovi imposti anche da nuove normative in ambito UE e BCE.

E il mondo dell’Export? Della gestione del credito internazionale? Cosa accade di nuovo?

“Sono queste le domande che Claudio ed io ci siamo posti, arrivando alla conclusione che un settore così rilevante come l’Export, che genera un terzo del PIL Italia, necessita un totale ripensamento”.

Come conciliare un’attività a grande complessità, come quella della gestione crediti Export, con i costi elevatissimi dei professionisti in ambito internazionale? Come rispondere alla necessità di informazione, di strategia, di accessibilità che soprattutto le PMI esportatrici ogni giorno alimentano?

Ragionando in una logica nuova, che potremmo definire “Fintech-Legal Tech,” i due co-founder hanno progettato una piattaforma innovativa che ha lo scopo di tutelare il credito delle corporate, proteggere gli esportatori, introdurre accessibilità e velocità in un settore strategico ma ancora privo di soluzioni disruptive. Una web app semplice, di grande “usabilità”, per digitalizzare un processo caratterizzato da grandissime complessità e variabili.

È per reperire le risorse indispensabili all’avvio di un progetto così ambizioso che nasce Invenium Legaltech – startup innovativa che ha scelto la strada dell’equity crowdfunding. Dopo pochi mesi, nell’aprile 2022, la prima release della web app è andata online; nel frattempo, Invenium Legaltech ha raccolto mandati di gestione da parte di PMI e grandi gruppi italiani ed esteri (operando col pieno supporto della “storica” Invenium), ed è diventata la società di riferimento nel settore del recupero crediti internazionale.

“Rimane molto forte la nostra attenzione all’interazione con sia con il mondo Fintech, sia con le realtà istituzionali dedicate allo sviluppo del commercio” – aggiunge Paolo.

Come funziona la piattaforma e quali sono gli elementi di maggiore innovazione?

“In pochi e semplici passaggi, siamo in grado di strutturare – in un percorso completamente digitalizzato e grazie a strumenti di machine learning – un’analisi estremamente approfondita del credito non-performing, che include un complesso di variabili troppo spesso sottovalutate (p.e. rischio paese, rischio ordinamento, aspetti legali specifici…) in grado di rendere molto più complesso (o…più agevole!) le strategie di gestione e recupero.” – spiega Paolo.

È sulla base di questa analisi che la piattaforma modella – ogni volta – un mandato specificamente calibrato sul livello di rischio e complessità dello scenario, applicando una logica finanziaria nel mondo legale, ed attribuendo, tra l’altro, pricing differenziati a differenti livelli di rischio.

L’ Unique Selling Point della piattaforma è sicuramente l’accessibilità, intesa anche come vantaggio informativo per il cliente.

Seguendo l’ottica della maggiore trasparenza tra cliente e società, prevedete l’invio di comunicazioni per monitorare gli sviluppi durante l’intero corso del mandato?

“Il nostro obiettivo è quello di lavorare insieme e a fianco del nostro cliente, che potrà avere accesso costante in merito allo stato di lavorazione del credito (o del portafoglio). Per questo, la nostra roadmap prevede nuovi investimenti e nuove attività di sviluppo, in modo da implementare incessantemente il livello qualitativo della piattaforma e l’esperienza dell’utente”.

La piattaforma prevede una forte componente tecnologica di Machine Learning e AI. Dato il numero ingente di professionisti che collaborano con voi, oltre alla localizzazione geografica, quali sono i criteri di assegnazione di una pratica ad un dato legale?

“Il livello di criticità, l’aging, la presenza di contestazioni e le possibili problematiche connesse determinano il percorso e la strategia di gestione (ivi compresa, l’assegnazione della pratica). Mappiamo i processi in modo da attribuire ad ogni struttura legale una corretta tipologia di pre-contenzioso e contenzioso, focalizzandoci sull’aspetto costi/benefici, aspetto importante per tutti i nostri clienti” – spiega Paolo.

Quali sono le principali difficoltà che avete incontrato nell’operare nel settore fintech?

Molto spesso il tema del recupero e della gestione del credito (che la vigilanza bancaria europea traduce in una attenzione globale al “ciclo di vita del credito”) viene davvero sottovalutato ed eccessivamente semplificato, come “male necessario” al quale dedicare un’attenzione marginale.

Eppure, le indicazioni delle Linee guida alle banche sui crediti non-performing – emanata dalla Banking Supervision BCE nel 2017 –insegnano che la gestione del credito deteriorato è solo un aspetto di un tema più vasto – ed essenziale, strategico – di una attenzione al ciclo di vita del credito.
“Proprio da questo nasce il nostro pay-off (“credit life care”), e da questa logica nasce il nostro obiettivo di confrontarci non solo – direttamente – con il mondo corporate e degli esportatori, ma anche – indirettamente – con il sistema bancario, elaborando insieme alle banche processi di integrazione della nostra piattaforma che consentano alla clientela corporate di tutelare il credito commerciale…anche all’interno dell’home banking!” – spiega Paolo.

“E’ un obiettivo sfidante, e non è semplice interagire con il mondo fintech/bancario, ma confidiamo nella sempre maggior attenzione degli istituti di credito al tema del servizio, della consulenza, della tutela del credito”.

Interazione AI/Uomo: in quale direzione stiamo andando? Quali sono le prospettive?

“Il fortissimo dibattito interno all’Unione Europea dimostra quanto sono forti i vantaggi – ma anche i rischi – connessi ad un utilizzo sempre più vasto di strumenti AI” – esordisce Paolo.
Lo scenario, in fondo, ha forti analogie con quanto sta accadendo in tema di criptovalute.
“Un fatto è indiscutibile: la tecnologia si evolve ogni giorno e consente di affrontare in modo molto diverso – e potente! – processi di analisi, di decisione, di gestione: questa grande opportunità deve essere tuttavia governata saldamente, a piena tutela dell’individuo e dei sistemi economici”.

Anche nel mondo legal, la componente “human” rimarrà – sempre! – uno strumento forte per assicurare efficacia, competenza, equità ai processi di gestione del contenzioso e del credito, soprattutto nel contesto così variegato e complesso dei rapporti commerciali internazionali.

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