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Ambiente ed economia circolare

Tessile sostenibile: il case study Par.co Fashion

Parc.co Fashion è una realtà imprenditoriale sostenibile, tra le case study del percorso carta e tessile, promosso dalla Camera di commercio in collaborazione con Innovhub SSI srl, e che verrà presentata durante il webinar “L’ecodesign fa bene all’ambiente…e alle imprese della moda. Metodologie ed esperienze a confronto”, in occasione del Salone Extra della CSR e dell’innovazione sociale il prossimo 3 marzo.

Per l’occasione, abbiamo intervistato Fedora Agosti, Sustainability Ambassador di Par.co Fashion.

Cosa caratterizza Par.co Fashion?

Trasparenza, tracciabilità, artigianalità, filiera corta, sostenibilità ambientale, etica e stile.

Siamo un’azienda bergamasca nata con lo spirito di disegnare e produrre abbigliamento sostenibile a filiera corta, esclusivamente Made in Italy.

Per i nostri capi impieghiamo tessuti certificati GOTS e GRS, forniti da aziende locali che hanno sottoscritto l’impegno Detox di Greenpeace.

Puntiamo a produrre in logica zero-waste ed a essere carbon neutral. Sogniamo di diventare un business digitale con un approccio all’economia circolare, capace di invogliare e sensibilizzare il cliente all’acquisto di un prodotto di qualità che dura nel tempo.

Come è nata la vostra realtà?

Par.co Denim, il cui nome deriva dai fondatori, i Parimbelli Cousins, è il brand dell’azienda Par.co Fashion, che nasce con lo spirito di proporre prodotti che derivano da una filiera sostenibile.

Il primo prodotto di Par.co Denim è stato proprio il jeans, che all’inizio era molto semplice, quasi senza logo.

Quando è nato il brand, nel 2014, c’era ancora pochissima consapevolezza dell’inquinamento causato dall’industria della moda. Di conseguenza era anche molto difficile trovare dei fornitori di tessuti biologici e prodotti in modo sostenibile. Ciononostante, i fondatori sono  comunque riusciti a creare una filiera corta e sostenibile, che rispetta l’ambiente e i lavoratori che ne fanno parte.

Ovviamente c’è ancora molta strada da fare per arrivare ad un determinato livello di sostenibilità. Cerchiamo sempre di esplorare nuove possibilità che ci permettano di ridurre ulteriormente gli sprechi e l’inquinamento.

Chi sono i fondatori?

Uno dei due fondatori, Matteo, lavora dal 2006 nel mondo denim, occupandosi nello specifico dello sviluppo e vendita di tessuti denim artigianali giapponesi sul mercato europeo. Grazie a questa esperienza ha lavorato a stretto contatto con i migliori produttori al mondo di denim. Ha così approfondito la conoscenza di tutti gli step che, dal filato, passando dalla tessitura, portano alla tintura e finissaggio.

Grazie poi al contatto con i vari produttori che confezionano per i grandi marchi jeans e lusso in Italia, ha anche maturato la consapevolezza che sia la selezione delle materie prime che  il modello di produzione fossero poco sostenibili.

L’altro fondatore, Diego, stava già all’epoca lavorando in ambito sostenibilità. Da lunghe chiacchierate di confronto e dalla voglia di portare attivamente un cambiamento nel mondo della moda, è nata l’idea di Par.co Fashion.

Ovviamente, non era solo importante creare un prodotto sostenibile dal punto di vista ambientale, ma dare vita a un’azienda in cui il lavoro degli artigiani venisse rispettato.

Come selezionate la materia prima?

Fin dall’inizio ci si è focalizzati solo su tessuti e filati naturali, sperimentando lino, cotone e canapa.

Per quanto riguarda il denim, selezioniamo solo cotone certificato GOTS (Global Organic Textiles Standard). Una certificazione che assicura che il tessuto sia stato ottenuto nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.

Abbiamo anche inserito tessuti ottenuti da cotone e poliestere riciclato, in un’ottica di economia circolare, per utilizzare al meglio le risorse che abbiamo.

Per quanto riguarda gli accessori (bottoni e rivetti), questi provengono da un’azienda dello storico distretto del bottone di Bergamo.

Le salpe sono cruelty-free, perché sono fatte di Jacron, un materiale composto da fibra di cellulosa (e non pelle come avviene tradizionalmente) e le scritte sono in grafite riciclata.

Qual è il vostro modo di vedere la sostenibilità?

La sostenibilità per l’azienda riveste un ruolo di massima importanza fin dal principio.

La moda sostenibile rappresenta un approccio al design, all’approvvigionamento e alla produzione di abbigliamento che massimizza i benefici per le persone e le comunità, riducendo al minimo l’impatto ambientale.

Facciamo affidamento su una filiera corta, altamente selezionata. Siamo cruelty-free e utilizziamo esclusivamente tessuti e procedure che rispettano il nostro standard di sostenibilità.

Le certificazioni impiegate per i prodotti sono:

  • Global Organic Textile Standard Ⓡ (GOTS)
  • Global Recycle Standard Ⓡ (GRS)
  • OEKO-TEX Standard 100 Ⓡ
  • Animal Free LAV (Lega Anti Vivisezione)
  • g_label Ⓡ.
Il 2020 è stato l’inizio di un nuovo decennio che culminerà con la revisione dei risultati degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU (SDGs – Sustainable Development Goals), prevista per il 2030. E la pandemia ha sottolineato l’importanza di uno sforzo globale, ora più che mai.

Da sempre, siamo infatti alla ricerca e adottiamo tecniche di abbattimento dei consumi e degli sprechi. Una delle nostre iniziative più recenti è infatti la possibilità di ordinare i capi in pre-order. I nostri clienti scelgono e acquistano il capo ancora prima del confezionamento. In questo modo minimizziamo i costi e i consumi di stoccaggio. E calcoliamo esattamente le materie prime necessarie, riducendo al minimo gli sprechi e le eccedenze di tessuto.

Il consumo e la produzione responsabili (SDG 12) è quindi integrato nella missione di Par.co Fashion, che nasce da un ripensamento della catena produttiva dei capi in denim per avere prodotti più puliti, etici e rispettosi, inclusi anche nella prospettiva dell’economia circolare.

Per altre testimonianze di imprese di ecodesign, non perderti il webinar del 3 marzo!

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