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Assistenze Specialistiche

Assistenza Specialistica Start up e PMI innovative: la parola agli esperti

L’Assistenza Specialistica Start up e PMI innovative è un servizio gratuito di primo orientamento, organizzato in collaborazione con Formaper, rivolto ad aspiranti imprenditori o imprese con un progetto innovativo ad alto valore tecnologico (anche a vocazione sociale) con sede legale e operativa iscritta presso la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

Abbiamo chiesto ad Antonino Foti e Vanina Stagno Piantanida di illustrarci il servizio dell’Assistenza Specialistica e cosa le start up e le PMI innovative possono trarre dagli incontri con gli esperti.

Antonino Foti, esperto dell'Assistenza Specialistica start up e PMI innovative
Vanina Stagno Piantanida, esperto dell'Assistenza Specialistica start up e PMI innovative

Dr. Foti, qual è la sua esperienza all'interno del Servizio di assistenza della Camera di commercio?

Collaboro dal 2014 con la Camera di commercio. Fin dall’inizio ho seguito le start up innovative e il passaggio da PMI tradizionali, a PMI innovative.  A me appassiona molto e c’è tantissima richiesta di informazioni.

La normativa è partita a fine 2012 con il Governo guidato da Mario Monti e nel 2015 l’eco-sistema nato per favorire la nascita e lo sviluppo delle start up operanti nel campo dell’innovazione tecnologia è stato esteso anche al mondo delle PMI innovative.

Come si è evoluto il Servizio?

Ho visto tutto l’arco dello sviluppo delle start up innovative, e, parallelamente, dell’evoluzione del servizio della Camera di commercio, che si è evoluto ovviamente in meglio: da incontri individuali, a gruppi di 15-20 persone, rivolto sia ad aspiranti imprenditori, sia ad aziende già formate.

Come dicevo, il Servizio è cambiato molto. Da incontri individuali a chi ne faceva richiesta, ad incontri di gruppo e poi individuali, ma più mirati, “tailor made”.

Sono cambiate anche le richieste degli aspiranti. Prima tutti chiedevano quali erano i requisiti per beneficiare della normativa del 2012 – allora le informazioni a disposizione erano poche. Ora, dopo 9 anni, su internet c’è molta, molta più informazione e le richieste vertono soprattutto su ogni singolo caso specifico.

Inoltre, attualmente, non vi è dubbio che le PMI siano più preparate sui requisiti necessari, soprattutto per passare da PMI tradizionale a PMI innovativa.

Nei casi specifici, cosa le chiedono maggiormente?

L’informazione più richiesta in assoluto è cosa distingue un’impresa tradizionale, da un’impresa innovativa e tecnologica. Ovvero se l’idea che hanno in mente potrà essere considerata innovativa e tecnologica, e quindi potrà essere iscritta nell’apposita sezione speciale del registro imprese.

Mi chiedono sempre di verificare l’esistenza di quel quid di innovativo e tecnologico che fa la differenza, come recita il Decreto 179/2012. La legge, infatti, parla di “prodotti o servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico”, ma cosa significa? Attorno a questa domanda sin dall’inizio è nato un dibattito molto ampio sul significato dei termini “innovazione” e “alto contenuto tecnologico”. Ma è prevalsa la linea di non cercare di descriverlo o esemplificarlo. Il legislatore ha scelto di lasciare ampio il concetto, per non porre dei limiti alle idee degli aspiranti imprenditori.

Quindi, si può avere sia un’impresa con un’idea tradizionale, ma con metodi innovativi e tecnologici, sia un’impresa a contenuto tecnologico, ma con metodo classico.

Sono le Camere di commercio competenti che dovranno, poi, verificarne i requisiti in sede di iscrizione.

Che sviluppo prevede sulle start up e PMI innovative?

Gli incentivi statali previsti per chi investe nelle start up/PMI innovative sono cresciuti tantissimo. Si è passati dalla detrazione fiscale iniziale del 19%, fino ad arrivare al 50% nel 2020. Perché le idee per quanto “belle”, necessitano comunque di capitali per poter essere realizzate. E infatti l’ulteriore importante sostegno previsto per le start up e PMI innovative è l’accesso semplificato, gratuito e diretto al Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, mediante il quale le banche riescono a concedere finanziamenti che vengono garantiti fino all’80% dallo Stato. Altro importante sostegno finanziario è poi quello fornito dalla finanza pubblica, mediante finanziamenti a tasso zero o a fondo perduto che prevedono un accesso facilitato al mondo delle start up e/o PMI innovative.

Anche il Governo lo scorso anno si è mosso in questa direzione con il decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (cd. Decreto “Rilancio”) con il quale sono state incrementate le dotazioni finanziarie messe a disposizione dallo Stato a sostegno delle start up e PMI innovative.

In tutti questi anni ho incontrato moltissimi imprenditori ed aspiranti imprenditori, con tantissime idee innovative, che per poter essere realizzate necessitano a mio avviso sia del supporto di professionisti, come il servizio fornito dalla Camera di commercio, ma soprattutto di capitali. E quindi il Governo dovrebbe continuare a muoversi in questa direzione, così come ha già fatto in parte lo scorso anno.

Dott.ssa Stagno Piantanida, può parlarci della sua esperienza di supporto alle PMI innovative e start up in Camera di commercio e cosa pensa del Servizio?

Sono un Dottore Commercialista e da anni mi occupo di avvio d’impresa, sia come consulente sia come docente.

Una persona all’inizio del proprio percorso imprenditoriale ha spesso ben chiaro “cosa vuole fare” e come immagina il “suo” business. Ma può avere le idee molto confuse sugli aspetti pratici dell’avvio stesso.  Soprattutto dal punto di vista legale/fiscale o anche di quantificazione di costi/flussi finanziari/spese/possibili ricavi ecc..

Diciamo che mi occupo di cercare di fugare – almeno in parte – questi dubbi, per rendere robuste e sostenibili sin dall’inizio queste nuove attività economiche.

Cosa le chiedono principalmente le aziende in questo periodo?

L’incertezza sanitaria ed economica del periodo non aiuta certamente chi voglia lanciarsi in una nuova attività.

Pertanto, i soggetti che si informano per costituire nuove imprese, si presentano con maggiori domande riguardo all’aspetto finanziario, alle eventuali misure a loro favore (agevolazioni, bandi). E, di contro, quantificazioni di costi fissi e adempimenti iniziali, e tutto ciò è assolutamente comprensibile.
Un elemento positivo da evidenziare è che c’è anche maggiore attenzione nella definizione del business model stesso.

Ad esempio: se prima volevo fare commercio di prodotti di un certo tipo, adesso decido di lanciarlo solo se ha anche una connotazione valoriale (ad esempio l’attenzione all’ambiente, o alla valorizzazione culturale o di aspetti tradizionali) – una forma di enhancement data dal digitale (l’utilizzo dei canali social o di qualche forma di data mining). E in più, magari, io possiedo un particolare vantaggio distintivo dato dal mio background o esperienze precedenti.

Questo maggiore approfondimento dei propri asset distintivi nel lungo periodo può rivelarsi vincente, a prescindere dall’emergenza sanitaria del momento.

Qual è lo scenario, secondo lei, nel breve-medio periodo?

Lo scenario che vedo per i prossimi 2 anni sarà, a mio parere, basato su 2 forze contrastanti. Dapprima, ed è un trend già in atto, ovviamente, il compiersi della transizione al digitale di praticamente qualsiasi settore che abbia canali/processi/fasi “digitalizzabili”, per reagire alle norme sul distanziamento e le chiusure. E questo porterà ad un primo cambiamento di equilibri per le imprese.

Dall’altra, in molti già vedono un effetto “rebound” di tutta la dimensione fisica e della socialità, che non appena le norme lo permetteranno, si riprenderà i propri spazi. Quindi forte ripresa di turismo, ristorazione, attività di spettacoli e intrattenimento, già a partire dal 2022 o prima.

Lo speriamo tutti, direi, e aggiungo pure, da parte mia, non vediamo l’ora!

Quindi agli imprenditori dico: non fatevi trovare impreparati!

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