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2016

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Internazionalizzazione: arrivano nuovi contributi

InternazionalizzazioneLa Camera di commercio di Milano e Promos, azienda speciale per l’internazionalizzazione, danno il via al “Bando per l’internazionalizzazione delle MPMI milanesi”.

Il bando mette a disposizione delle imprese, con sede legale/operativa in provincia di Milano, 700 mila euro che verranno ripartiti in un pacchetto di servizi dedicati all’internazionalizzazione dell’impresa, a fronte di una spesa minima a carico dell’impresa beneficiaria.

I servizi proposti vanno dalle attività di mercato (scouting di fornitori e distributori, assistenza agli investimenti, analisi e presidio di settore) ad attività complementari (strumenti di comunicazione online e offline, formazione, esperti in azienda, consulenze legali, eventistica).

Commerciare con l’estero è diventato fondamentale per le imprese italiane e Milano è la città leader nel Paese in questo senso: da sola vale circa 100 miliardi di euro (37 miliardi per l’export e 62 per l’import) e rappresenta il 13% del totale italiano, seguita da Torino (38 miliardi di euro) e Vicenza (26 miliardi di euro); oltre quota 20 miliardi troviamo anche Roma, Brescia, Verona e Bergamo.

Unione Europea (55,5 miliardi) e Asia orientale (15,5 miliardi, in crescita del 9,2%), sono le aree con i maggiori volumi di scambio, mentre USA (+15,2% rispetto al 2014) e Germania (+8,7% dallo scorso anno) sono i Paesi di riferimento per export e import. Le esportazioni maggiori riguardano i macchinari con 7 miliardi, seguiti dalla moda con 5,6 miliardi (+6%) e dal settore  chimico con 4,6 miliardi (+6,4%.).

Le domande per il Bando devono essere presentate entro, e non oltre, le ore 12:00 del 31 gennaio 2017.

Vedi tutte le informazioni sul Bando per l’internazionalizzazione

Alla scoperta del TTIP

Si fa un gran parlare dinternazionalizzazioneel TTIP, in seguito alla diffusione di alcuni documenti negoziali da parte di Greenpeace, che accusano UE e USA di non garantire tutele ambientali, climatiche e di salute pubblica.

Ma cos’è il TTIP?

Il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP) è un accordo di libero scambio siglato nel luglio 2013 tra Unione Europea e Stati Uniti. Ad oggi si è arrivati al tredicesimo turno di negoziazioni e l’auspicio di Barack Obama è di concludere entro la fine del suo mandato.

L’obiettivo del TTIP è di creare una zona di libero scambio tra USA e UE, che lavorerebbe su 3 fronti:

  • Accessibilità verso i mercati extra-UE, permettendo di stabilire più facilmente la provenienza “Made in Europe”.
  • Meno burocrazia, soprattutto nei settori in cui gli standard di controllo sono uguali ma differiscono a livello legislativo, tutelando l’indipendenza delle autorità di regolamentazione e la sovranità popolare.
  • Nuove norme a favore delle aziende, pensate per difendere la proprietà intellettuale, i diritti dei lavoratori e dell’ambiente, oltre che favorire l’accesso alle materie prime e la risoluzione di controversie.

Se il TTIP andasse in porto, si prevede una diminuzione dei costi per le aziende esportatrici che va dal 10 al 25% e un aumento del giro di affari stimato sui 50 miliardi di euro (qui il report), portando, secondo uno studio indipendente, benefici anche alle PMI. Solo per l’export italiano, il TTIP rappresenterebbe un aumento secco stimato sui 20 miliardi, secondo il vice Ministro Carlo Calienda.

Le trattative per il TTIP hanno dato vita a diversi movimenti “No TTIP” che accusano mancanza di trasparenza da parte di UE e Usa,  di mettere a rischio l’agricoltura europea facendo decadere il principio di precauzione, che impedisce la distribuzione di prodotti considerati pericolosi per l’ambiente o la salute pubblica, e di favorire le multinazionali rispetto alle imprese più piccole.

Lunga vita alle imprese: Lombardia centro delle aziende e dell’innovazione

Proprietà-intellettualeLa Lombardia è definita come la Regione “motore” dell’economia italiana e un’elaborazione di dati triennali della Camera di Commercio di Milano riguardanti le imprese e la loro longevità lo confermano: in un anno sono nate circa 60.000 nuove imprese, buona parte fondate da Under35, donne e stranieri (in crescita del 4% rispetto allo scorso anno), 11.000 solo nel settore della vendita.

  • Le imprese lombarde nate nel 2012 ancora attive sono il 69,1%; in particolare le aziende più longeve si trovano in provincia di Sondrio (71,9%) e Cremona (70,2%).
  • I settori più resilienti in Lombardia, in cui le imprese hanno più possibilità di resistere, sono i settori agricolo (85,6%), trasporti (72,5%) e servizi alle imprese (70,4%).
  • Il 30% dei brevetti nazionali e il 34,5% dei brevetti europei depositati arrivano dalla Lombardia.
  • Milano è la città italiana dove si concentrano maggiormente i depositi di brevetti nazionali (23,1% del totale), davanti a Roma (12,6%) e Torino (7,7%); per quanto riguarda i depositi europei, invece, Milano è il miglior capoluogo di provincia d’Italia, con un numero di brevetti superiore a quello registrato nell’intera Emilia Romagna.

Per un’azienda è sempre più importante conoscere le modalità di tutela dei propri prodotti e delle metodologie produttive. Per questo motivo la Camera di Commercio di Milano organizza una serie d’incontri informativi gratuiti su questo tema.

Il prossimo incontro sarà giovedì 12 maggio e riguarderà “Il marchio e il modello, prime istruzioni per l’uso”. Presto saranno disponibili nuove date.

Per iscrizioni qui, oppure scrivere a info.marchiebrevetti@mi.camcom.it

MUD 2016: tutto quello che devi sapere!

MUD 2016Il Modello Unico Dichiarazione Ambientale (MUD) è il documento in cui sono denunciati i rifiuti prodotti durante le attività economiche, i rifiuti raccolti dal Comune e quelli smaltiti, avviati al recupero, trasportati o intermediati nell’anno precedente la dichiarazione.

Il MUD è in vigore dal 2015 ed è strutturato in diverse Comunicazioni, che coprono diverse tipologie di rifiuti: dagli imballaggi ai veicoli fuori uso.

Come l’anno precedente, il MUD è da compilare entro il 30 aprile (previste sanzioni in caso di ritardo) attraverso procedura cartacea e/o procedura telematica. Si raccomanda di fare attenzione a quali comunicazioni siano da compilare esclusivamente attraverso la procedura telematica.

Non tutti devono presentare il MUD, quindi è consigliato controllare se rientrate nei parametri di esonero dalla compilazione.

Per facilitare la compilazione, la Camera di Commercio di Milano ha sviluppato diverse soluzioni:

Per ulteriori domande il Contact Center è a vostra disposizione.

Birra artigianale: l’espansione birraia in Italia

Campo di granoL’Italia è, storicamente, un Paese legato al vino. Ma, da qualche anno a questa parte, la birra sta lentamente acquistando un ruolo di primo piano.

Secondo Coldiretti, infatti, nel 2015 la spesa per la birra è aumentata del 6%, maggiore incremento nel settore delle bevande alcoliche, nonostante un consumo di “soli” 29 litri annui pro capite, contro i 144 della Repubblica Ceca, primatista europea.

La spinta arriva soprattutto dall’esplosione dei microbirrifici italiani, che sono tali se la produzione non supera i 10.000 ettolitri annui, e dalla birra artigianale, la cui definizione è ancora in fase di specificazione.

Secondo il Rapporto dell’Osservatorio Altis-Unionbirrai sul segmento della birra artigianale in Italia, il numero di microbirrifici italiani è passato dai 335 del 2010 a oltre 800 a fine 2014, di cui oltre 160 solo in Lombardia.

L’aumento di micorbirrifici, incide anche sulla quantità di birra prodotta: la crescita annua dei ricavi di settore è del 18,3%, creando occupazione per circa 4.000 persone, con una forte differenziazione di prodotto. Un punto forte del mercato italiano è la spinta  all’esportazione: il 36% dei microbirrifici esporta all’estero e solo nel primo semestre del 2016 si è segnato un +27% rispetto all’anno precedente, in particolare verso la Gran Bretagna.

Le criticità maggiori per i microbirrifici italiani riguardano le accise e la concorrenza sia di altri microbirrifici che dell’industria.

Il Sole24Ore consiglia, a chi volesse aprire un microbirrificio, di muoversi così:

  • Sapersi distinguere: utilizzare ingredienti inaspettati per rendere unica la propria produzione è fondamentale, come ha fatto, ed esempio, il Birrificio San Gabriel di Treviso.
  • Attingere dalle risorse locali: sfruttare i sapori tipici e l’artigianato della propria terra può aiutare l’impresa a valorizzare il territorio e a costruirsi una rete di relazioni utili a ridurre il costo d’impresa, come ha il Birrificio Birroir di Udine.
  • Farsi guidare dalla passione: aprire un microbirrificio non vuol dire arricchirsi, ma vuole dire lavorare a qualcosa che si ama.

“Chi lo fa, lo fa per passione” dice Filippo Terzaghi, direttore di Assobirra.